Plemmirio, 124 anni dopo le ricerche di Paolo Orsi

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a cura di: Carla Vallone

Nella splendida cornice di Villa Reimann si è tenuta ieri sera una conferenza avente per oggetto le indagini archeologiche compiute dal Dr Paolo Scalora, uno dei più validi e promettenti giovani archeologi siracusani, nell’area del Plemmirio, già studiato da Paolo Orsi alla fine dell’′800.

Il tema si presenta interessante e affascinante già nella sapiente introduzione del Dr Scalora che esordisce con la storia dei suoi approfonditi studi sull’antropizzazione del territorio e sulle sue origini geomorfologiche.

Le sue ricerche, condotte con la costante guida e collaborazione del Prof. Guzzardi, Direttore del Parco Archeologico di Leontinoi, sono iniziate nel 2014/2015 durante gli studi per la realizzazione della sua tesi Magistrale e completate qualche mese fa con la tesi di Specializzazione in Beni Archeologici all’Università di Catania.

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L’argomento, vastissimo e molto complesso, comprende gli studi dell’area costiera siracusana che si estende fino al promontorio del Plemmyrion (dal greco ‘soggetto alla marea’) dove alcune tombe erano già note dal 1867, prima dell’arrivo dell’archeologo Paolo Orsi (1888)

Il Dr Scalora spiega come solo attraverso una saggia e minuziosa lettura delle carte topografiche e archeologiche della zona (le prime ad opera dell’archeologo palermitano Francesco Saverio Cavallari) si può pensare di ispezionare questo territorio.

Infatti, tra la modernizzazione e privatizzazione delle strutture che hanno fagocitato il sito, le manomissioni che si sono susseguite nei secoli spesso con incuria e imperizia, lo stato di abbandono di alcuni tratti e la presenza della natura impetuosa e implacabile, l’area non è risultata semplice da indagare.

La passione, preparazione e tenacia del giovane Archeologo hanno avuto la meglio sulle innumerevoli difficoltà da lui incontrate e raccontate nel corso dei suoi studi e del tempo.

Oggi la sua ricerca risulta essere a tratti inedita e sconosciuta anche allo stesso Paolo Orsi cui, comunque, si deve il merito per l’enormità degli studi archeologici tenuti sul territorio.

Cronologie, riferimenti storici, datazioni delle necropoli e dei reperti sono puntualmente descritti e abilmente sintetizzati dal Dr Scalora e ci hanno reso un’idea ampia e completa della ricchezza di questa zona, punto nevralgico delle rotte commerciali del Mediterraneo sin dall’Età del Bronzo.

Il suo lavoro ci ha fornito una visione rivista e corretta della presenza ormai attestata dei Sicani che precedettero i Siculi nell’occupazione dell’area prima della colonizzazione greca e della continuità dei loro rapporti con l’Oriente miceneo e cipriota.

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Ne risulta un’intensa, meticolosa presentazione delle varie innumerevoli necropoli che occupano le diverse contrade del Plemmirio, disseminate in contesti differenziati tra aree pubbliche e private. Il nostro valente archeologo le ha puntualmente descritte ed elencate, dopo averle esaminate con cura e con non poche difficoltà logistiche oltre che burocratiche.

«Molto c’è ancora da fare» dice il Dr Scalora,  «per la vastità dell’area e la molteplicità di elementi che, nel susseguirsi delle innumerevoli dominazioni nei millenni, costituiscono un patrimonio archeologico culturale che merita una continuità di studi e di indagini» ed è quello che sicuramente riuscirà a fare anche grazie al continuo supporto della Soprintendenza di Siracusa.

Il prossimo incontro col Dr Paolo Scalora si terrà venerdì 9 Luglio, sempre a Villa Reimann e verterà sulla Pillirina, un altro punto affascinante della splendida costa siracusana, la cui storia, da anni, incanta e affascina turisti e non.

a cura di: Carla Vallone

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