Cannabis autofiorente: è vero che i raccolti sono più scarsi?

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Il mondo della cannabis è ricco di sfaccettature a dir poco interessanti. Tra queste, rientra il mondo dei semi autofiorenti. Quando li si chiama in causa, si inquadrano dei semi di cannabis che, grazie alla presenza della varietà ruderalis, geneticamente corredata per crescere rapidamente in condizioni climatiche spesso molto avverse, sono in grado di arrivare a fioritura senza vincoli fotoperiodici in un lasso di tempo compreso tra le 7 e le 10 settimane.

Negli ultimi anni, il loro successo commerciale è cresciuto tanto. Soprattutto per via della diffusione delle coltivazioni domestiche di cannabis, tantissimi coltivatori principianti li hanno scelti, anche per via della loro resistenza a parassiti e muffe (per non parlare della possibilità di risparmiare sui fertilizzanti).

Quando ci si approccia alla coltivazione di cannabis autofiorente, è normale scontrarsi con alcuni luoghi comuni. Uno di questi riguarda la convinzione secondo la quale, coltivando la cannabis autofiorente, si ottengano raccolti scarsi. Non è vero. Scopriamo come mai nelle prossime righe.

Cannabis autofiorente e rese scarse: da dove nasce questa leggenda metropolitana?

Tantissimi coltivatori alle prime armi si sono sentiti sconsigliare la cannabis autofiorente per via delle sue scarse rese. Dietro a questa raccomandazione, si nasconde una parziale verità. Per comprendere bene il quadro, bisogna tenere presente il fatto che questo mito si è diffuso a seguito dell’immissione in commercio, all’inizio del terzo millennio, della Lowryder. Nonostante i suoi difetti verso i quali tantissimi membri della community internazionale dei breeder hanno puntato il dito fin da subito – tra questi, rientra la scarsa potenza – la varietà in questione è un pezzo di storia per il mondo della cannabis.

Si tratta, infatti, della prima autofiorente commercializzata su larga scala. Un passo notevole dai tempi in cui, partendo dalla ruderalis e da varietà provenienti da zone del mondo come il Messico e l’Afghanistan, si facevano i primi esperimenti aventi lo scopo di ottenere una varietà capace di fiorire in maniera rapida (tutto ciò è avvenuto negli anni ‘70, un periodo d’oro per i breeder).

Una delle caratteristiche della Lowryder – della sua primissima versione almeno – è l’altezza contenuta. Si tratta di una peculiarità che si può evincere anche dal nome e dal prefisso “low”. Parliamo di una pianta “progettata” proprio per raggiungere altezze estremamente ridotte. Il motivo? La necessità di sperimentare il massimo della discrezione e una crescita rapida (la Lowryder fiorisce in 6/7 settimane massimo). Questa due esigenze si sposavano alla perfezione con la tendenza nota come guerrilla cannabis, termine con cui si indicava l’abitudine di coltivare, di nascosto, cannabis all’aria aperta, generalmente in spazi naturali isolati (bisognava fare di tutto per evitare di essere scoperti).

L’altezza estremamente ridotta, generalmente non superiore ai 40 centimetri, era sinonimo di poche gemme.

Come sono cambiate le cose

Sono passati più di vent’anni da allora. La ricerca sulla cannabis autofiorente è andata avanti a marce forzate e, oggi come oggi, le dimensioni contenute delle piante non sono la norma. Certo, ci sono varietà di semi che permettono di ottenere piante molto basse, il che è ottimo considerando il fatto che molti coltivatori che si dedicano alla cannabis per hobby hanno a disposizione solo un piccolo balcone e non molto budget da investire per apparati di illuminazione complessi.

Accanto a tutto ciò, esiste una continua temperie innovativa grazie alla quale, ormai da anni, è possibile applicare tecniche grazie alle quali le piante di cannabis autofiorente raggiungono tranquillamente altezze affini a quelle delle fotoperiodiche, con conseguente aumento delle rese.

Attenzione, però: contano tanto anche fattori come la genetica, l’ambiente in cui si coltiva, la gestione delle luci (quest’ultimo aspetto, pur non essendo preponderante come nel caso delle fotoperiodiche, ha comunque un ruolo che non deve essere trascurato).

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