Barbari, trama e recensione

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Barbari – Anno 9 d.C.: il generale dell’impero romano Varo (Gaetano Aronica) continua a chiedere pesanti tributi ai barbari suddivisi in diverse tribù germaniche. Può contare sul supporto di Arminio (Laurence Rupp), barbaro rapito in tenera età e tirato su come un romano a tutti gli effetti. Stanco delle vessazioni subite, il germanico Folkwin (David Schütter), legato sentimentalmente alla principessa barbara Thusnelda (Jeanne Goursaud) e insieme ad essa amico di infanzia di Arminio, decide di rubare l’Aquila romana simbolo di potere. Si arriverà così alla storica battaglia della foresta di Teutoburgo tra tre legioni romane e i barbari che decideranno di compattarsi per scrivere un’avvincente pagina di storia.

Barbari, recensione

Produzione tedesca di ottimo livello che si schiera nettamente dalla parte delle tribù germaniche, “Barbari” è una serie avvincente ed agile composta da sei episodi con una durata tra i quaranta e i cinquanta minuti l’uno. Il mix di eventi e personaggi storici reali con avvenimenti fittizi, immersi tra azione e romanticismo, rappresenta davvero una piacevole sorpresa. E guadagnerà probabilmente il favore anche di qualche non amante del genere. La ricostruzione di costumi e scenografia è di quelle importanti e la scelta linguistica originale contempla un doppio registro: latino per i romani e tedesco antico per i barbari (c’è comunque il doppiaggio in italiano per i meno propensi ai sottotitoli).

Il meccanismo del ritorno di Arminio tra la sua gente, che lo porta a dover fare i conti con le sue radici e a dover scegliere chi è veramente, risulta avvincente. E quello che possiamo definire il protagonista principale è contornato da una Thusnelda che è una donna forte contro la cultura della sua tribù e da un Folkwin caratterizzato in maniera meno brillante ma che funge da discreto terzo polo di interesse. Arminio deve scegliere quale delle sue due nature tradire, se quella della lupa che protegge Roma o del lupo che simboleggia la fine di tutto per i barbari. Questi contrasti sono funzionali a tenere sempre ben alta la tensione, in un prodotto che ha anche il merito di andare controcorrente. E che ci racconta, pur se con la solita epicità, una Roma sconfitta, paradossalmente quasi meno civile delle tribù barbare grazie a qualche forzatura. La battaglia mostrata nell’ultimo episodio è ben congegnata e di grande effetto e congeda degnamente lo spettatore in attesa di un seguito che per essere all’altezza richiederà agli sceneggiatori Arne Nolting, Jan Martin Scharf e Andreas Heckmann un lavoro importante.

La serie tv “Barbari”, della quale è stata già annunciata la produzione di una seconda stagione, è disponibile in streaming su Netflix dal 23 ottobre 2020.

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