“Borat – Seguito di film cinema”, trama e recensione

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“Borat – Seguito di film cinema”– Il giornalista kazako Borat (Sacha Baron Cohen) è rinchiuso in galera per la pessima figura fatta fare alla sua nazione ma gli viene data un’occasione per riabilitarsi e riabilitare il paese. Dovrà partire per gli Stati Uniti d’America e consegnare al vicepresidente Michael Pence una bustarella per ingraziarsi la superpotenza.

Per via di un imprevisto Borat deve effettuare un cambiamento in corsa e il dono diventa così la sua figlia quindicenne Tutar (Maria Bakalova), vittima di una cultura maschilista e retrograda, per utilizzare un eufemismo. Dopo essersi resa appetibile in pieno stile americano verrà invece offerta a Rudolph Giuliani.

“Borat – Seguito di film cinema”, recensione

Borat è tornato, nonostante le passate dichiarazioni di Sacha Baron Coen. Ed è ancora più caustico ed eccessivo, seminando al contempo satira su Trump, sull’America e anche sul Coronavirus.

Nonostante sia svanito l’effetto novità del primo film datato 2006 il personaggio mantiene una sua freschezza e una capacità di pungere la società nella quale viviamo, principalmente quella americana. Siamo di nuovo alle prese con un mockumentary per stomaci forti che cela la linea di confine tra la fiction e il reale, soprattutto se ci si chiede se le reazioni siano genuine o frutto di recitazione.

Ormai Borat è un personaggio noto e deve camuffarsi continuamente per interfacciarsi con i malcapitati che incrociano il suo cammino. Il suo successo è raccontato nel film in una scena in cui tutti i passanti che lo riconoscono lo avvicinano entusiasti mentre lui si sottrae.

Insieme al regista e a tanti sceneggiatori si cerca innanzitutto il colpo ad effetto sopra le righe, poi un po’ si punta a far ridere attraverso prese in giro e un po’ si vorrebbe fare denuncia sociale.

Un’uscita probabilmente strategica

In fin dei conti Sacha Baron Cohen dimostra di avere tra le mani un personaggio ancora vincente e in questo film può contare su una brillante Maria Bakalova, ventiquattrenne che interpreta una quindicenne.

La sua Tutar compie una metamorfosi notevole che da figlia schiava la porta a diventare donna in carriera affermata. Tanto che a fine film, nel pronunciare battute che sposano in pieno la morale femminista, Borat ci svela che in una improbabile classifica di giornalisti kazaki la figlia è piazzata meglio di lui.

Un’uscita probabilmente strategica quella su Prime Video, a ridosso delle elezioni americane del 3 novembre. McDonald Trump, come lo chiama Borat, ne esce a pezzi così come l’America peggiore che è però anche specchio di negazionisti, bigotti e manipolatori sparsi per tutto il mondo.

“Borat – Seguito di film cinema” è disponibile su Prime Video dal 23 ottobre 2020.

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