“Esterno notte”, trama e recensione

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“Esterno notte” – 16 marzo 1978. Le Brigate Rosse rapiscono il segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro (Fabrizio Gifuni) a Roma, proprio mentre Giulio Andreotti sta per diventare Presidente del Consiglio. Le Brigate Rosse però non vogliono questo governo, così come un’ala della DC. Cinquantacinque giorni Moro dopo verrà ritrovato cadavere nel bagagliaio di una Renault, vittima di una folle reazione al suo compromesso storico.

“Esterno notte”, recensione

A quasi vent’anni da “Buongiorno, notte” Marco Bellocchio torna su una tragedia cruciale per la nostra politica e per il sentimento comune italiano. E si prende tutto il tempo che gli occorre ovvero circa cinque ore e in ognuno dei sei capitoli la prospettiva cambia passando dal punto di vista di Moro a quello di Cossiga (Fausto Russo Alesi), di Papa Paolo VI (Toni Servillo), di due brigatisti e a quello della moglie del segretario (Margherita Buy). Ogni tanto fa capolino Giulio Andreotti (Fabrizio Contri) col suo carico di inquietanti misteri. Si va avanti non per criterio cronologico ma appunto passando di coscienza in coscienza, di pensiero in pensiero, di voce in voce.

C’è un quadro ben preciso della situazione sociale e politica nostrana dell’epoca, sentito e alla portata di tutti nonostante si tratti nel complesso di un’opera molto articolata e stratificata. Il racconto di Bellocchio evidenzia l’assurdità di una storia in cui il buio della notte la fa da incontrastato padrone. Tutto comincia da un ticchettio: il destino di Aldo Moro è già inesorabilmente segnato dalle sue azioni. Eppure mentre il tempo corre via si pensa soltanto a non scendere a compromessi, a dare luogo a manifestazioni insulse. Tutto questo viene condannato con fervore dalla sceneggiatura di Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino. Impeccabile e di grande effetto l’accompagnamento della colonna sonora di Fabio Massimo Capogrosso.

Il sequestro Moro ha fatto probabilmente emergere il peggio o quasi della politica italiana, opposta alle aspirazioni del protagonista. È proprio questo che vuole mostrare Bellocchio, una serie di eventi che ha disilluso tanti cittadini, fornendo diversi spunti di riflessione sempre con discrezione e misura. Il risultato è mirabile in primis grazie alla perfetta immedesimazione di Fabrizio Gifuni, che ci regala un Aldo Moro suggestivamente tormentato. Gli tengono testa brillantemente Margherita Buy, decisa e sdegnata, e Toni Servillo, dolente al pari di Gifuni.

“Esterno notte” è stato appena presentato con un’ottima accoglienza al Festival di Cannes e sbarcherà nelle nostre sale in due parti tra il 18 maggio e il 9 giugno 2022. In autunno verrà poi trasmesso in sei puntate sulla Rai.

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