Film al cinema Oppenheimer, trama e recensione

Il fisico Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) dirige il laboratorio di Los Alamos nell’ambito del progetto Manhattan, che condusse alla nascita delle prime bombe atomiche in occasione della seconda guerra mondiale. Lo seguiamo da studente di fisica a Cambridge nel 1926 fino al 1954, quando viene tacciato di essere un comunista. Quattro anni più tardi Lewi Strauss (Robert Downey Jr.) dovrà dare conto dei sui rapporti con lui. Dopo le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki Oppenheimer finì sotto inchiesta, per ottenere negli anni sessanta una riabilitazione in fin dei conti simbolica.

Oppenheimer, recensione

A tre anni dallo straordinario e ambizioso “Tenet” (che abbiamo recensito qui) Christopher Nolan torna con un film che certamente non è da meno. Il punto di partenza è la biografia del fisico Robert Oppenheimer contenuta in un libro di Kai Bird e Martin H. Sherwin, che racconta le vicende di quello che è considerato il padre della bomba atomica. Cento milioni di dollari di budget (a livello mondiali l’incasso è arrivato già a più di cinquecentocinquanta milioni), per un film che per volere di Nolan non utilizza computer grafica e si limita ad effetti speciali artigianali, che in sala è possibile godere anche in IMAX (per la prima volta sfruttato anche con la pellicola in bianco e nero).

Il regista inglese si misura per la prima volta con un biopic e lo fa a modo suo, senza rinunciare ad una non linearità temporale che è ormai un suo marchio di fabbrica. La sua sceneggiatura risulta in fin dei conti assai densa di fatti e personaggi, divisa nelle sue tre ore di sviluppo tra Oppenheimer e Strauss. Ma si va oltre volentieri grazie allo spettacolo offerto da scene come quella dell’esplosione della bomba atomica e alla passerella di attori di prim’ordine che compaiono uno dopo l’altro. Solo per fare alcuni nomi: Florence Pugh, Rami Malek, Kenneth Branagh e Matt Damon.

Cilian Murphy si misura brillantemente con una personalità complessa, estremamente piena di sé, che non prova rimpianti per la sua invenzione e convince Nolan a inserire nel suo cinema scene di sesso in maniera consistente. Ma soprattutto a mettere da parte la fantascienza, inculcarci diverse riflessioni ed emozioni ridotte al minimo, da regista maturo che ci tiene ancora una volta a lasciare il suo segno autoriale.

Alla colonna sonora, dopo l’esperienza positiva di “Tenet”, Ludwig Göransson torna a mostrare il suo talento sfruttato a profusione da Nolan, forse anche oltre il dovuto. Nemmeno questa volta siamo davanti ad un’opera di immediata comprensione ma ad una struttura articolata, ricca di dialoghi e alla quale è necessario abbandonarsi senza perdersi alcun passaggio.

Come atteso “Oppenheimer” è un film imponente, probabilmente tra i migliori di Nolan, l’ennesimo evento da godere in sala anche perché girato in pellicola, una produzione di altissimo livello impreziosita dalla fotografia di Hoyte van Hoytema. Dalle nostre parti dovremo aspettare il film ancora un po’, vista la mancata uscita in contemporanea con “Barbie” (che abbiamo recensito qui) in una logica di presunta ottimizzazione degli incassi che ci tira fuori dal trend mondiale denominato “Barbenheimer”.

“Oppenheimer” sbarcherà nelle nostre sale a partire dal 23 agosto 2023.


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