Homecoming, trama e recensione della seconda stagione


<strong>Homecoming – Jackie (Janelle Monae) si sveglia su una barca a remi in balia delle acque di un lago senza ricordarsi chi è né come ci è finita. Inizia così a ricostruire tassello dopo tassello la sua storia che si intreccerà con quella di Audrey Temple (Hong Chau), che occupa un ruolo di rilievo all’interno della Geist, società che ha cancellato attraverso una sostanza misteriosa la memoria di molteplici soldati reduci di guerra . Uno di questi,  Walter Cruz (Stephan James), comincia a indagare anch’egli sul suo passato quando scopre di non essere mai stato operato alla testa come gli era stato detto dalla madre.

Homecoming, trama

La seconda stagione di Homecoming resta orfana sullo schermo di Julia Roberts (qui la recensione della prima stagione), anche se il nome del suo personaggio fa capolino qui e là e lei rimane produttrice esecutiva del progetto. La vicenda narrata si mantiene ad ogni modo connessa agli eventi precedenti riprendendo il discorso sulle malefatte della Geist e del progetto Homecoming. Interessante il punto di partenza, che meritava un migliore svolgimento, della protagonista che si risveglia senza memoria su una barca nel bel mezzo di un lago. In virtù di una trama circolare nel sesto dei sette episodi prodotti ritorneremo esattamente lì grazie ai flashback.

Sam Esmail lascia in questa occasione la poltrona da regista (pur restando tra i produttori esecutivi) a Kyle Patrick Alvarez. Quest’ultimo rispetto al passato riduce al minimo i virtuosismi e non cambia di molto lo stile visivo della serie: i personaggi, soprattutto quelli più disturbati, spesso vengono decentrati nell’inquadratura, immortalati in angolazioni non corrispondenti, ricercati con degli zoom. Non abbiamo più i cambi di formato a segnalare i flashback né la costante ricerca di prospettive intriganti, pur se resta da segnalare qualche inquadratura ricercata.

La Monae e la Chau si dividono quasi in parti uguali i ruoli da protagoniste rimpiazzando più che degnamente la Roberts. Prova impegnativa soprattutto per la Monae, chiamata a impersonare un personaggio senza memoria né personalità dovendolo avvolgere nel mistero. In più in questa seconda stagione si aggiunge un sempre brillante Chris Cooper.

Non mancano i cali di tensione fino a quando irrompe il disvelamento finale, che riaccende i motivi di interesse di un prodotto comunque ben confezionato e incorniciato da un’ottima fotografia. Prima, come detto, vengono meno il giusto fascino, avvenimenti che davvero incidono sul progredire della trama e lo spessore inerente una tematica così importante. Finale apertissimo e che lascia già intuire dove andrà a parare la terza stagione, con un Walter Cruz deciso ad andare fino in fondo.

La seconda stagione di “Homecoming” è disponibile in abbonamento su Prime Video.


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