<strong>“L’apparenza delle cose”– Siamo nel 1980: George (James Norton), docente di storia dell’arte, ottiene una supplenza nella cittadina di campagna di Chosen e si trasferisce lì da New York insieme alla piccola figlia e a sua moglie Catherine (Amanda Seyfried), di professione restauratrice. Queste ultime avvertono delle inquietanti presenze nella vecchia casa appena acquistata, le cui pareti hanno assistito in passato ad una brutta storia che presto tornerà a galla.
“L’apparenza delle cose” – Recensione
“Things Heard & Seen” recita il titolo originale del film lanciato su Netflix e in effetti di cose già sentite e viste ne troviamo diverse. Così tante che nessuna svolta narrativa di questo thriller-horror riesce a rivelarsi inattesa cogliendoci di sorpresa. La coppia di registi Shari Springer Berman e Robert Pulcini sperimenta insomma una commistione di generi e atmosfere che però, non facendo altro che attingere ai propri stereotipi, paradossalmente non ha niente di nuovo. Ecco che l’adattamento cinematografico di un romanzo omonimo di Elizabeth Brundage fallisce anche quando prova a mettere diversa carne al fuoco, tirando ad esempio dentro anche la fusione tra realtà e pittura e il pensiero del filosofo e medium Emanuel Swedenborg. Che attraverso il cartello iniziale ci dice che “le cose del cielo sono più reali di quelle sulla terra”: peccato che questo rapporto non venga argomentato in maniera convincente nelle due ore di durata.
A dispetto di tutto questo troviamo una buona interpretazione di Amanda Seyfried (vista recentemente anche in “Mank” che abbiamo recensito qui). La sua Cat cambia città con tutte le buone intenzioni, magari nella speranza di risolvere in questa maniera il suo disturbo alimentare/psichico. È subito pronta però, a differenza del marito, a credere che il paranormale abiti la sua nuova casa. Alza il livello del lungometraggio anche la prova di James Norton, pur se il suo personaggio risulta il più telefonato.
La prevedibilità della sceneggiatura di Berman e Pulcini non rende giustizia agli attori protagonisti e all’accurata ricostruzione storica dell’epoca trattata. I due non riescono a trovare il quid in più nemmeno con la loro regia, che non va oltre il rispolverare la combinazione di hitchcockiana memoria zoom avanti-carrello all’indietro o ancorare un grandangolo alla Seyfried. Il montaggio di Louise Ford piazza qualche visione-apparizione qua e là, mentre la fotografia di Larry Smith è dominata da luci soffuse. Salvo poi sbracare in maniera irrazionale nella sequenza finale in barca, che azzera tensione ed emozioni già sparute.
“L’apparenza delle cose” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 29 aprile 2021.