“L’ombra di Caravaggio”, trama e recensione


“L’ombra di Caravaggio” – Agli inizi del Seicento il celebre pittore Caravaggio (Riccardo Scamarcio) rischia la decapitazione per l’uccisione di Ranuccio Tomassoni (Brenno Placido) e per questo è protetto dalla famiglia Colonna. La sua vita dissoluta viene trasposta nelle sue opere mischiando sacro e profano e la Chiesa guidata da Papa Paolo V (Maurizio Donadoni) vuole andare in fondo alla questione; per questo avvia un’indagine affidandosi all’Ombra (Louis Garrel) prima di decidere su un’eventuale grazia.

“L’ombra di Caravaggio”, recensione

Se “La stranezza” (con protagonisti Ficarra e Picone, che abbiamo recensito qui) si conferma in cima al boxoffice superando la cifra, considerevole per i tempi che viviamo, di 3 milioni di euro di incasso ecco che un altro film italiano gli si piazza subito dietro. L’opera diretta da Michele Placido e scritta da quest’ultimo insieme a Sandro Petraglia e Fidel Signorile è un ambizioso viaggio nella vita di Caravaggio e in particolare negli eventi che ne hanno condizionato l’arte. L’autore di origini pugliesi veste inoltre i panni del cardinale Del Monte, contrapposto all’inquisitore ombra Louis Garrel.

Salta subito agli occhi il gioco costante di ombre e luci reso efficacemente dalla fotografia di Michele D’Attanasio, universalmente riconosciuto come la cifra stilistica di Michelangelo Merisi, con la centrale collaborazione dei reparti costumi e scenografia. Dall’altra parte Placido sceglie di sottolineare ripetutamente la natura libertina del protagonista, che non tradisce mai il suo essere genuino nemmeno quando le pressioni della Chiesa si fanno insostenibili. Oltre questo aspetto a tratti troppo iterato non convince la scelta di attualizzare agli estremi la lingua e la poca brillantezza dei dialoghi stessi, fattore che non agevola certamente l’autenticità delle interpretazioni.

Riccardo Scamarcio si prodiga nel superare questi ed altri aspetti controversi del lungometraggio, che deluderà chi si aspetta approfondimenti particolari sulla tecnica e sui significati dei capolavori di Caravaggio. Su quello che insomma lo ha reso un maestro unico al pari della sua arte, che si distaccava profondamente da quella sacra immortalando la verità e gli esseri umani più derelitti trasformandoli in opere. Merita una menzione Isabelle Huppert, che sfoggia tutta la sua classe nel ruolo della marchesa Costanza Colonna.

Suggestiva la ricostruzione della Roma del Seicento dove Caravaggio incontra donne della strada come Lena (Micaela Ramazzotti) che ispirano i suoi lavori. È proprio su questo piano, quello del raccontare senza filtri che finirà poi sulle tele, che il film di Placido concentra il suo meglio .

Dopo l’anteprima alla ultima Festa del Cinema di Roma “L’ombra di Caravaggio” è sbarcato nelle nostre sale a partire dal 3 novembre 2022.

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