“Qui rido io”, trama e recensione

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“Qui rido io” – Eduardo Scarpetta (Toni Servillo) agli albori del cinematografo è ancora all’apice della sua carriera di autore e attore teatrale idolatrato dalle folle, nella quale coinvolge la sua ampia famiglia allargata composta anche da diversi figli illegittimi (compresi gli illustri Eduardo, Peppino e Titina De Filippo). Quando decide di scrivere e mettere in scena la parodia della tragedia “La figlia di Iorio” di Gabriele D’Annunzio il poeta lo trascinerà in tribunale per contraffazione.

“Qui rido io”, recensione

Si parte dal mostrare il grande successo e la grande ricchezza che questo ha garantito a Scarpetta per poi riservare gran parte del lungometraggio alla querelle con Gabriele D’Annunzio, che incarna la contrapposizione tra la presunta arte ufficiale e il teatro comico dei cosiddetti guitti, fino all’ultima e decisiva udienza in tribunale. La sceneggiatura di Martone e di Ippolita Di Majo restituisce con pochi filtri l’immagine di un uomo controverso, un patriarca più che autoritario che con le sue innumerevoli relazioni e la sua nutrita prole ha reso sconosciuto il sentimento della vergogna alla sua legittima moglie Rosa De Filippo. Poi però alla distanza viene fuori man mano la conseguente sofferenza di Scarpetta, che paga il conto prima di finire per vincere la prima causa in Italia per quanto riguarda i diritti d’autore.

Toni Servillo è straripante, con misura si prodiga in un’interpretazione solida e studiata nei minimi particolari al fine di diventare Eduardo Scarpetta. Ogni pausa, ogni espressione o movimento anche minimi nascondono un mondo alle loro spalle. Il film si concede il lusso di coinvolgere ottimi attori e di farne un mero sfondo al protagonista (vedi Iaia Forte, nei panni della prima attrice della compagnia Rosa Gagliardi); nonostante questo ne viene fuori un’opera a suo modo corale. La messa in scena è elaborata, raffinata in scenografie e costumi, suggestiva nella fotografia di Renato Berta. Le musiche di Sergio Bruni da sole raccontano una tradizione unica al mondo e un’epoca irripetibile.

Teatro e famiglia si fondono in una narrazione dal buon ritmo, tutta napoletana eppure universale, capace di risultare godibile per un pubblico abbastanza trasversale. Servillo a parte spiccano Maria Nazionale nei panni di Rosa De Filippo, Cristiana Dell’Anno in quelli di Luisa De Filippo e Gianfelice Imparato in quelli dell’attore Gennaro Pantalena. Una menzione speciale va anche ai tre piccoli interpreti di Eduardo, Titina e Peppino: Alessandro Manna, Marzia Onorato e Salvatore Battista.

Dopo la presentazione in anteprima all’ultima Mostra di Venezia, “Qui rido io” è sbarcato in sala ed è ora disponibile in dvd e in blu-ray.

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