I più giovani ben conoscono il celebre Iron Man Robert Downey con quel Jr. allegato al nome, probabilmente senza conoscere il senior che c’è dietro. Che è stato un grande regista di cinema underground, le cui atmosfere vengono per quanto possibile implementate in questo documentario atipico in realtà doppio in quanto contiene sia quello girato e montato da Dowey Jr. che la versione di Downey Sr. Il quale probabilmente, come afferma, non saprà mai chi è ma di certo qui emerge come artista creativo, senza limiti, che ha fatto film oggi impossibili da realizzare ma proprio per questo affascinanti nella loro eccentricità a briglie sciolte. L’emblema è Downey Jr. convinto a sbucare improvvisamente e senza senso da dietro un albero per cantare un canto popolare tedesco con addosso un costume tipico.
Una ribellione, quella di Sr., che ha portato tra le altre cose lui e suo figlio ad assumere droghe fino alla morte della sua seconda moglie. La sua lezione è però in questa occasione essenzialmente cinematografica, racchiusa in una battuta sul finale: non importa se non c’è una buona luce, quando si gira è sempre un buon momento per fare qualsiasi film tu voglia. Sr. è stato un pioniere, una scheggia impazzita del cinema sperimentale e oggi le immagini dei suoi film appaiono ancora spiazzanti e capaci di catturare sguardo e attenzione, con diversi spunti illuminanti.
Tre anni di riprese che accompagnano anche l’avanzare del Parkinson che affligge Sr.,(da lui stesso quasi profetizzato come qui si vede in “Two tons of turquoise to taos tonight” del 1975) e che se lo porterà via nell’agosto del 2021, con tanto di passaggio del testimone con il piccolo Exton che recita al nonno la stramba battuta d’esordio di Jr. in “Pound” del 1970. È allora che l’intimità già imperante include anche il dolore e le lacrime.
Un’opera essenziale per tramandare la memoria di un regista di indiscusso talento da riscoprire, portata avanti da un figlio d’arte voglioso di rendergli il giusto omaggio. Con tenerezza ma senza voler strappare lacrime ad ogni costo, anzi sempre con l’ironia pungente propria di Sr. La regia è di Chris Smith (autore anche del documentario “Wham!”, sempre su Netflix, che abbiamo recensito qui), che mette insieme tra le altre cose con maestria la malattia, il cinema e New York immersi in un romantico bianco e nero, talvolta granuloso come le pellicole di un tempo.
“Sr.” è disponibile in streaming su Netflix.