“Schumacher”, trama e recensione

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“Schumacher” – Un suggestivo viaggio nell’universo di uno dei piloti di Formula 1 più forti di tutti i tempi. Si parte dall’esordio in tenera età nei kart con le componenti più scadenti possibili e nonostante questo le continue vittorie. Poi, come accade con una certa frequenza anche tra gli attori, la sua ascesa comincia sostituendo un pilota indisponibile, cosa che gli fa saltare in parte la gavetta nelle categorie inferiori. Michael appare completamente immerso nel lavoro e particolarmente schivo. Secondo Jean Todt il suo mostrare scortesia serve a mascherare la sua insicurezza ed è per questo che soprattutto a inizio carriera mal sopporta le folle che lo assalgono per un autografo.

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“Schumacher”, recensione

Nel 1992 manda fuori Senna e ne fronteggia con spavalderia la susseguente ramanzina, poi alla morte del fuoriclasse brasiliano si ritrova di colpo ad essere il migliore al mondo e a vincere i suoi primi due mondiali nel 1994 e 1995. Da questo punto viene raccontato di Schumacher anche lo spingersi senza nessun timore continuamente fino al limite e talvolta oltre (e quindi gli incidenti scaturiti dalle manovre più azzardate). Come quando colpì la vettura di Jacques Villeneuve convinto che lo avesse fatto il pilota canadese ai suoi danni, prima di subire una squalifica nel 1997.

Poi il passaggio alla Ferrari, la scuderia con la quale vincere dopo più di vent’anni avrebbe avuto un sapore diverso. I primi anni complicati, spesi con tenacia a migliorare la vettura fino a sera poi il culmine della carriera con i cinque mondiali consecutivi. Dopo il ritiro nel 2006 la breve parentesi con la Mercedes tra il 2010 e il 2012, prima del tragico incidente del 29 dicembre 2013 su una pista da sci di Méribel.

Più di qualcuno ha criticato la linearità e la convenzionalità del documentario ma questo, pur non innovando certamente il genere, racconta in maniera efficacia e con le immagini giuste al posto giusto la straordinarietà della storia di Schumacher coi suoi alti e bassi. E la regia di Hanns-Bruno Kammertöns, Vanessa Nöcker e Michael Wech ricostruisce bene la sua personalità tra pregi e difetti, senza lasciare mai troppo spazio alla retorica celebrativa. Con l’ausilio di riprese sempre nel vivo delle vicende sportive e il commento di Schumi ma anche di personaggi per lui fondamentali come Flavio Briatore, Luca Cordero di Montezemolo e Jean Todt. Nel doppiaggio italiano gli intervistati parlano di Michael al passato, anche se la moglie Corinna rimarca come sia ancora tra noi anche se in maniera diversa, protetto da quella privacy che per lui è sempre stata sacra proprio come la famiglia. Impossibile non emozionarsi con questo cortocircuito di immagini e ricordi, supportato dalle musiche di Peter Hinderthür e Christian Wilckens.

“Schumacher” è disponibile su Netflix a partire dal 15 settembre 2021.

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