“Security” . In una Forte dei Marmi notturna immortalata durante la stagione invernale, silenziosa e deserta, la giovane Maria Spezi (Beatrice Grannò) vaga ferita e in lacrime come la mostrano le telecamere di sicurezza gestite da Roberto Santini (Marco D’Amore). Per questo viene arrestato il padre alcolizzato di lei Walter Spezi (Tommaso Ragno) ma ben presto per Roberto i conti non tornano. In quella stessa notte incrocia Dario (Giulio Pranno), figlio della sua amante Elena Ventini (Valeria Bilello), che guida ubriaco e risulterà implicato nel fattaccio. Intanto l’ex moglie Claudia (Maya Sansa) aspira a diventare sindaco della città, appoggiata dal ricchissimo Curzio Pilati (Fabrizio Bentivoglio). E la loro figlia Angela (Ludovica Martino) intrattiene una relazione col suo professore quarantenne (Silvio Muccino).
“Security”, recensione
Basato sul romanzo omonimo di Stephen Amidon (autore de “Il capitale umano” trasposto nel 2014 in cinema da Paolo Virzì), “Security” sconta una messa in scena che non riesce creare la giusta tensione, un po’ per il cast non tutto di primissimo ordine un po’ per una sceneggiatura che ruota attorno ad un giallo mai veramente sorprendente, nonostante i tentativi di spiazzare lo spettatore. Perde così forza e incisività anche la critica sulla società attuale, tra i desideri vaneggianti di città sicure, la fretta di individuare un mostro e l’invocazione di una costante solidarietà. E poi c’è l’ossessione della sicurezza rappresentata dall’onnipresenza delle telecamere e la ricerca di una verità che pure quando è filmata può essere adulterata. Ne viene fuori un thriller drammatico in cui non c’è consolazione per alcun personaggio: tutti si affannano in maniera tormentata per trovare il loro posto nel mondo.
Il regista Peter Chelsom si avventura in un genere per lui inconsueto e il risultato non è indimenticabile. Di fatto non riesce a tenere a bada i picchi melodrammatici di una recitazione talvolta poco misurata. Tra il cast svetta su tutti Bentivoglio, si fa invece risucchiare dalle battute retoriche un Marco D’Amore che pure ha messo su 15 chili per questo ruolo. Ne escono meglio gli attori più giovani, che inconsciamente riescono a rompere almeno in parte la rigidità di certi dialoghi.
Le vicende di tutti i personaggi si intrecciano ma nemmeno questo meccanismo riesce a tenere sempre vivo l’interesse. Ed è un peccato perché il materiale letterario di Amidon era in grado di incastrarsi meglio con la realtà italiana, quella degli indesiderabili e di una certa indifferenza strisciante. Resta la voglia, nemmeno troppo trepidante, di scoprire l’identità del carnefice di Maria Spezi.
“Security” è disponibile on demand in streaming su Sky e NOW.