Serie Netflix Painkiller, trama e recensione


Le indagini dell’investigatrice Edie Flowers (Uzo Aduba) sulla Purdue Pharma e su un suo farmaco oppiaceo si rivelano complesse per via della grande influenza della famiglia Sackler che c’è dietro. Sulla sua strada troverà Shannon Schaeffer (West Duchovny), rappresentante della casa farmaceutica che si arricchisce ma capisce ben presto la portata dei danni messi a segno dall’OxyContin. Un esempio su tutti è il meccanico Glen Kryger (Taylor Kitsch), che usa il prodotto per curare un brutto mal di schiena ma ne diventa dipendente rovinandosi l’esistenza.

Painkiller, recensione

Miniserie in sei episodi basata su un articolo di Patrick Radden pubblicato sul New Yorker e su un libro di Barry Meier, che raccontano il rapido incremento delle morti per abuso di oppiacei avvenuto negli anni ’90. In particolare l’attenzione è rivolta alla Purdue Pharma di Richard Sachler che produceva l’OxyContin, farmaco a base di ossicodone. La famiglia Sackler, qui accusata di gran parte del male, è stata dipinta come un gruppo di spacciatori senza scrupoli e il racconto di questa storia rende in parte giustizia alle vittime di questa brutta pagina.

C’è un’impellenza di denuncia fuori tempo (che stona in particolare con le immagini di repertorio inserite qua e là) in questa opera diretta dal regista e attore Peter Berg, certamente non la prima ad occuparsi di un argomento che ha già ottenuto una certa risonanza mondiale. L’epilogo forte e cupo ci rimanda alla stretta attualità di un problema che certamente non è stato ancora risolto.

La Purdue Pharma viene raccontata tra genesi, successo e crollo, attraverso le pratiche disumane che ha sempre perseguito in funzione di un marketing spietato. Il mix di realtà e finzione mira a far spettacolo e a livello di intrattenimento raggiunge una certa efficacia, deciso come è a far scalpore.

Tanti, forse troppi gli spiegoni affidati al personaggio di Edie, interpretata da una Uzo Aduba che pure riesce a reggere la miniserie in modo brillante. I componenti della famiglia Sackler sono tutti sopra le righe e ancora più credibile dell’investigatrice protagonista appare il personaggio di Glen, che incarna tutte le vittime dell’ossicodone insieme ai familiari di quelle reali che aprono ogni puntata.

Matthew Broderick interpreta il nipote del fondatore della società, con la brama di arricchirsi sempre di più attraverso un prodotto costruito a tavolino. Di base la sceneggiatura non brilla particolarmente per spessore oltre la cronaca pur preziosa di una smania di far soldi causando distruzione e speculando sul dolore. Ma rileviamo sempre buon ritmo (figlio anche di un montaggio ricercato), spruzzate di satira, toni di sensazionalismo che lasciano seguire piacevolmente i sei episodi.

“Painkiller” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 10 agosto 2023.

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