La Chiesa di San Giacomo Maggiore è situata su una zona collinare di Quisisana.
Il Re Roberto d’Angiò a seguito di una miracolosa Guarigione decise di edificare dodici chiese nei pressi della zona in onore dei dodici apostoli.
Nel 1756 ebbero inizio i lavori di demolizione e nel 1671 fu consacrata sotto la direzione dell’ingegnere Melchiorre Campanile. L’edificio subì notevoli danni a seguito del terremoto dell’Irpinia ed i lavori di restauro durarono fino al 1991.
L’edificio si presenta in stile barocco protetto da un ampio cancello in ferro. La facciata è divisa in due da una trabeazione sul quale è inciso il nome della congregazione. La parte inferiore è caratterizzata al centro da un ampio portale di legno. sulla sommità è riportato il nome della chiesa e lateralmente da due coppie di lesene;; la facciata termina a timpano , con un piccolo lucernario centrale. All’interno della struttura troviamo una navata con tre altari: su quello maggiore , è ben visibile la tela seicentesca dell’Immacolata Concezione proveniente dalla chiesa di San Francesco in piazza Giovanni XXIII.
Sull’altare sinistro vi è raffigurata la Vergine Immacolata e sono presenti anche delle cripte costruite nel 1758.
Un altro tesoro inestimabile è la fontana di San Giacomo presente lungo la discesa di Quisisana. In epoca antica, invece, il luogo era appellato in tre diversi modi: Santa Maria di Loreto, ad Fontanula e in pedecave. Il primo era riferito all’omonima chiesa, esistente già prima del 1514 dedicata alla Madonna di Loreto e oggi conosciuta come chiesa di S. Francesco; il secondo all’esistenza della Fontana di S. Giacomo, già menzionata in documenti cinquecenteschi; il terzo per la presenza di una cava di tufo (ai piedi della cava). Sono pervenute a noi alcune notizie riguardo a questa fonte attraverso Giovan Battista da Rosania, nel XVI secolo che affermano il riconoscimento di quest’acqua ricca di proprietà terapeutiche.