San Catello, patrono di Castellammare di Stabia, rappresenta un’illustre figura per la città. Da alcune fonti si deduce che fosse originario di una famiglia nobile. Nell’opera Vita Sancti Antonini Abatis Surrentini scritta dal noto Anonimo Sorrentino si supponeva che Catello sia vissuto nel IX secolo. Con l’invasione dei Longobardi, Napoli fu eretta a Ducato. Divenne Vescovo di Stabia ed uno dei suoi obiettivi era di rimuovere i residui del paganesimo. I primi nuclei di profughi che giungevano a Stabia, trovarono accoglienza fraterna. Erano vecchi, donne, bambini, affamati e terrorizzati per la sorte di persone care smarrite nella fuga. Il Vescovo Catello, inoltre, di fronte al dolore del suo popolo, offriva anche aiuto ed amore. Con l’aumentare dei forestieri, si stabilirono sui luoghi più sicuri ricoveri del monte Faito. E’ rimasta nella tradizione che San Catello è il protettore dei forestieri.
Alla figura di San Catello è attribuita la sua opera per aver fermato l’eruzione del Vesuvio del 1906. Castellammare uscì indenne dal disastro e gli operai del cantiere fusero nel bronzo una monumentale targa che si ammira sulla parete sinistra nella cappella di San Catello, in Cattedrale.