Questo isolotto, conosciuto anche con il nome di “Scoglio di Rovigliano”, fa parte del golfo di Napoli. Si trova adagiato precisamente nel fiume Sarno, tra i territori di Castellammare di Stabia e di Torre Annunziata.
Ci sono tantissime curiosità da sapere legate alle sue origini e alla sua storia. Ecco tutto quello che dovete sapere sullo scoglio di Rovigliano.
Lo scoglio di Rovigliano. La storia del suo nome
Il nome che gli fu dato in origine era quello di Petra Herculis. Il motivo, come avrete intuito, è legato ad una leggenda che vede protagonista l’eroe greco. Secondo la storia il semidio, tornando dalla decima delle sue dodici fatiche, e prima di fondare le citta di Stabiae e di Ercolano, avesse staccato la cima del Monte Faito. La scagliò poi in mare dando così origine a un isolotto su cui potesse riposare degnamente.
È da questa leggenda che lo scoglio prese il suo nome originario, per l’appunto “la roccia di Ercole”.
Successivamente lo scoglio fu ribattezzato con il nome di “Roccia di Plinio” dato che nelle sue strette vicinanze trovò la morte lo scrittore latino; l’autore, venuto in territorio campano per studiare il Vesuvio, fu una delle migliaia di vittime dell’eruzione del 79 d.C.
Il nome attuale compare per la prima volta solo nel XII secolo, quando Papa Innocenzo III parla della località di Rubellanium, oggi Rovigliano, come confine tra le diocesi di Napoli e Nola.
I suoi usi nel tempo
Sono diversi i fini che questo piccolo isolotto ha assecondato nel corso dei secoli.
Durante l’epoca romana, ad esempio, vi fu costruito un tempio dedicato proprio ad Ercole. Di questo tempio tutt’oggi rimane un pezzo di muro realizzato in opus reticolatum, una tecnica edilizia che ha permesso di intuirne il periodo storico.
Nel VI secolo divenne poi un’abitazione privata. Nel IX secolo passò alla proprietà di Ernesto Longobardi che lo trasformò in luogo di accoglienza per giovani donne dedite alla vita monastica.
Nel XII secolo fu adibito a monastero e chiesa cistercense.
Infine nel XVI secolo sulla sua sommità fu costruita una torre (ancora oggi visibile da lontano) per difendersi dalle incursioni saracene, così da diventare una fortezza.
Dal 1860 lo scoglio passò al demanio e nel 1931 vi fu aperto un ristorante, che però ebbe poca fortuna, chiudendo poco dopo.
La leggenda di Donna Fulgida
Oltre alla leggenda della sua origine, legata alla mitologia greca, attorno allo scoglio di rovigliano gira un’altra storia risalente agli anni dell’invasione longobarda nell’Italia Meridionale.
A quei tempi il comandante dell’esercito longobardo era il Conte Orso, un condottiero generoso e coraggioso, sposato con una donna bellissima, di nome Donna Fulgida. Insieme a lei e al loro figlio Miroaldo trovarono rifugio nel castello che si ergeva sull’isoletta.
Un giorno, nel golfo di Castellammare, apparvero quattro navi saracene.
Il conte Orso disse ai suoi soldati di prepararsi alla difesa, ma nonostante questo non riuscirono ad avere la meglio e furono sconfitti.
In questa battaglia gran parte dei Longobardi furono massacrati, e i pochi che sopravvissero furono portati via come schiavi.
Il comandante fu impiccato e la sua sposa fu trafitta da un’asta nemica e lasciata a morire sugli scogli.
Loro figlio Miroaldo fu invece condotto in schiavitù.
Leggenda narra che, ogni notte, il suo spirito giri attorno all’isola, cercando invano i suoi amati figlio e marito; la sua apparizione è accompagnata da una danza di gabbiani che le volano intorno.