Roma ha molti appellativi. Da Caput Mundi dell’Impero Romano, a Capitale dello Stato Pontificio, fino a Capitale della Politica Italiana. Il nome Città Eterna, però, sembra essere quello più meritato, perché la storia, l’arte e il patrimonio culturale della città sono in continuo rinnovamento, e le dimensioni temporali e politiche si sovrappongono continuamente, con il passato che torna protagonista nel contemporaneo. Comincia così una visita alternativa alla scoperta di questo patrimonio.
Il Quartiere Coppedè: sogni e simbolismi
Approdiamo al quartiere Coppedè (20 minuti a piedi da Termini) per ammirare lo stile e l’estetica Liberty di edifici costruiti agli inizi del ‘900. Diventano una vetrina dei nostri sogni e desideri. C’è chi vorrebbe abitare in un attico, chi è affascinato dai simbolismi, dagli insetti e animali dei decori, e chi si stupisce delle tante ambasciate straniere. Ok, Turchia e Kenya sono qui, ma non ci saremmo aspettati il Regno del Lesotho.
Un pranzo romano tra amici
Dopo la prima visita, facciamo onore ai piatti della cucina romana con una grande tavolata, riunendoci con altri amici romani. Uno di loro arriva a Corso Vittorio Emanuele in sedia a rotelle, da Garbatella.
In autobus verso l’arte
Dopo il pranzo, ci spostiamo verso Palazzo Barberini. In autobus pubblico. Il servizio funziona bene e l’autista ci aiuta ad aprire la pedana per far salire la carrozzina.
Passiamo davanti all’Altare della Patria e scorgiamo i Fori Imperiali. Un piccolo tratto a piedi ci regala il passaggio da Via delle 4 Fontane, che ci ricorda l’importanza dell’acqua a Roma.
Palazzo Barberini e l’incontro con Caravaggio
Arriviamo a Palazzo Barberini e possiamo finalmente visitare sia le collezioni permanenti che la mostra dedicata a Caravaggio. È straordinario trovare 24 tele riunite in un unico luogo. La mostra permette di immaginare la vita dell’artista a Roma, con il suo stile realistico e controverso, amato e odiato a tempo stesso, tormentato e segnato da una vita violenta, ma sempre capace di catturare istanti di verità poetica.
Un orgoglio partenopeo
Con una punta di orgoglio napoletano, noto, oltre alla Flagellazione e al Martirio di S. Orsola in prestito alla mostra, l’assenza delle Sette Opere di Misericordia, inamovibile dalla chiesa in cui si trova per motivi di conservazione e autentico tesoro del Pio Monte della Misericordia, nel cuore di Napoli. Nel video della visita lo aggiungo, insieme ad altre opere conservate agli Uffizi, come lo scudo con la Testa di Medusa.
Una città che resta
Roma si è rivelata a noi e si fa Eterna nei ricordi che lascia indelebili nella memoria di chi la visita, e la vive.