L’annunciato ripristino del collegamento stradale tra Pimonte e Castellammare di Stabia attraverso Quisisana ha generato non pochi dissapori.Si tratterebbe di un’antica strada, di un percorso viario di circa 3 chilometri che partendo a valle da Quisisana giunge fino a Pimonte, un’alternativa che lascia temere un disastro ambientale.
Si è parlato più volte, tra gli accordi presi dagli Enti di “ripristino”, ma in realtà la strada di Quisisana non sarebbe mai esistita.Si può parlare di “mulattiera”, un percors utilizzato solo da persone esperte e da profondi conoscitori di Monte Faito, ma non certo di una strada che consente il transito ai veicoli.
Collegamento stradale Castellammare-Pimonte, il grido delle associazioni
Tante le associazioni cittadine che stanno facendo sentire la loro voce affinché tale tratto di strada non venga riaperto.
Tra esse l’Archeoclub Stabia, l’Antares Free Runners Stabia, l’AGEM, gli Amici della Filangieri, CAI Sez.Stabia, Libero Ricercatore, LIPU Sez.
Monti Lattari, Legambiente Woodwardia, WWF Terre del Tirreno, Stabiesi Post Fata Resurgo, La voce del branco, Comitato Terme di Stabia.Il timore è quello che venga deturpato il sito storico dei boschi reali borbonici di Quisisana, un sito che andrebbe valorizzato non certo con la costruzione di una strada quanto piuttosto con quello che negli ultimi tempi viene definito “turismo lento o turismo slow”, ovvero un turismo sostenibile che consente al turista la scoperta di luoghi incantati lontani dalla frenesia di tutti i giorni, un modo per rilassarsi e godere delle bellezze del Creato.
(foto di archivio)