Comprensorio stabiese/torrese: La tragedia dell’emergenza nella Medicina del nostro territorio

Mancanza di ortopedici, mancanza di infermieri, aggressioni ai sanitari, chiusura dei pronto soccorso, la tragedia dell’emergenza nella Medicina del nostro territorio

La fine del 2023 e l’inizio del 2024 hanno regalato a noi del comprensorio stabiese/torrese la visione della triste realtà dei nostri Pronto Soccorso. Dapprima il dramma della bambina portata in condizioni gravissime a Boscotrecase dove, purtroppo, per la mancanza di un pronto soccorso pediatrico è stata invitata a ricorrere al Pronto Soccorso di Castellammare (dove è giunta in fin di vita); poi la brutale, vigliacca, meschina aggressione di una giovane infermiera presso i locali del Pronto Soccorso di Castellammare; infine, è di oggi la notizia che per la mancanza di ortopedici non verranno più eseguite consulenze ortopediche presso il PS di Castellammare di Stabia.

Emergenza Medicina del nostro territorio, le cause

Tutte queste notizie rendono necessaria una riflessione che non può non tener conto dell’orientamento della politica, non solo a livello regionale ma europeo. Andiamo per gradi:

1. la chiusura dei Pronto Soccorso. Questa si è resa necessaria negli anni per la carenza cronica (fattasi oggi cruentemente urgente) di personale medico e paramedico dell’emergenza. Dietro questa carenza ci sarebbero diverse motivazioni: basti pensare che gli ultimi concorsi per medici dell’emergenze sono andati deserti e non si è riusciti a reclutare neanche medici neolaureati e privi della specializzazione; evidentemente, l’emergenza, che prima era la sfida più affascinante per un medico, non attrae più. E qui non parliamo solo dei pronto soccorso, parliamo anche dei reparti specialistici (chirurgia, ortopedia, ginecologia e, soprattutto, anestesia). I medici rifuggono da queste specialità o preferiscono svolgerle nel privato, in elezione, in maniera più soddisfacente dal punto di vista retributivo e più comoda dal punto di vista gestionale. Le cause alla base di questo sono state:

– innanzitutto il contenzioso medico legale: la legge che ha consentito le aggressioni mediatiche e giustizialistiche a danno dei medici oggi si sta ritorcendo contro i pazienti stessi e contro i contribuenti tutti determinando da un lato un eccesso di esami descritti per medicina difensiva e dall’altro l’abbandono delle specialità delle emergenze e dei pronto soccorso;

le aggressioni continue: viviamo in un contesto socio culturale dove è diventato normale aggredire il medico, i vigili, gli insegnanti, etc ;

la remunerazione: di fronte ad un rischio ed una responsabilità così elevate non esiste un sistema retributivo che riconosca in misura adeguata l’emergenza distinguendola dalla routine

2. Il ricorso indiscriminato al Pronto Soccorso: la pandemia da Covid 19 e la sua diversa gestione in Lombardia e in Veneto hanno dimostrato che l’assistenza non può e non deve essere ospedali-centrica, ma deve svolgersi in misura maggiore sul territorio.

In Lombardia, la sanità, per motivazioni politiche, ideologiche, filosofiche, ha visto un incremento esponenziale degli investimenti privati; questo ha consentito di realizzare grosse strutture che però si sono interessate delle “alte specialità “, più remunerative e più attrattive, al punto che la Lombardia è metà preferita di quei viaggi della speranza per patologie cardiache o oncologiche. Quando parliamo di alta specialità ci riferiamo infatti proprio all’oncologia e alla cardiochirurgia che in Lombardia vedono le strutture più all’avanguardia sul territorio nazionale; di contro è stata data scarsa attenzione alla medicina del territorio al punto che con la pandemia il territorio non ha retto l’urto e la popolazione ha affollato i pronto soccorso con i risultati che conosciamo.

Diversamente si sono comportate regioni come il Veneto e l’Emilia Romagna che da sempre, per ragioni ideologiche (in Emilia Romagna ci sono stati sempre governi di sinistra e in Veneto c’era la sinistra DC) hanno privilegiato il “pubblico” e il territorio; orbene queste hanno retto meglio l’urto.

Già dal 2003 la Comunità Europea ha emesso un “alert” per lo sviluppo in Italia della sanità territoriale. Ed è oggetto della missione 6 del PNRR proprio lo sviluppo del territorio con la creazione delle case della comunità e degli ospedali della comunità. Non mi dilungo sulla descrizione di queste organizzazioni ma, sottolineo che, se la comunità europea destina 15 miliardi di euro allo sviluppo della sanità territoriale, chiedendoci di staccarci da una visione da terzo mondo per avvicinarci ai paesi europei come Francia, Germania, Inghilterra, vuol dire che i Pronto Soccorso non devono essere aumentati, ma concentrati in pochi ospedali, per questo chiamato DHEA (Dipartimento di emergenza) che devono avere i presidi per gestire l’emergenza piuttosto che fare pillole di ospedali che costano e sono pericolosi perché inadeguati.

Quindi l’assistenza deve essere prima di tutto territoriale, svolta dal medico di base dalle 8 alle 20 e dal medico di continuità assistenziale (guardia medica) dalle 20 alle 8 e nei festivi (nel progetto della missione 6 del PNRR saranno entrambi allocati fisicamente nelle case di comunità insieme agli specialisti ambulatoriali).

I Pronto Soccorso devono essere destinati ai casi “acuti” con diversi codici di priorità perché è giusto trattare prima un soggetto con una grave emorragia in atto e solo dopo una crisi ipertensiva. Ed è giusto che tutte quelle patologie che possono essere gestite sul territorio e che impropriamente si rivolgono al pronto soccorso vengano catalogate con il codice bianco.

3. La carenza di infermieri: una delle più grosse speculazioni che viene fatta è parlare della carenza di medici. Dalle statistiche si evince che in Italia non c’è una carenza di medici rispetto agli altri paesi europei. Certo essi sono mal distribuiti e oggi sentono fortemente il fascino delle sirene del privato per i motivi che abbiamo sopra descritto.

Quello che è drammatico in Italia, e soprattutto al Sud, è la carenza di infermieri. Rispetto agli altri paesi europei c’è una drammatica, cronica, persistente carenza di figure infermieristiche.

Il problema è che, per motivi clientelari, i medici ancora oggi svolgono mansioni che dovrebbero svolgere gli infermieri e questi ultimi finiscono spesso per fare gli OSS (altra figura carente). Molte delle funzioni svolte oggi dai medici dovrebbero essere svolte da infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia, fisioterapisti ecc.; non sono pochi i medici, sono pochi gli infermieri e gli altri operatori sanitari

4. La legge: La Legge italiana è troppo permissiva coi pazienti e troppo punitiva con i medici; l’Italia è uno dei pochi paesi del mondo occidentale dove esiste ancora il processo penale per la colpa professionale medica; gli avvocati hanno lucrato sul conte zioso medico legale al punto di invitare i pazienti a continue richieste di risarcimento anche con il sistema della “lite temeraria”. Nell’emergenza il rischio di danno ad un paziente è centuplicato perché più alto è il rischio di complicanze.

Con questa legge i medici si allontaneranno sensore più dai reparti di emergenza (pronto soccorso, chirurgia, ortopedia, ostetricia e ginecologia, anestesia) e nel pubblico saremo costretti a chiamare “immigrati” che verranno a fare i lavori che gli italiani non vogliono più fare (raccogliere i pomodori, i badanti, i medici in pronto soccorso)

5. La politica. Ormai lo vedo, li conosco, ci parlo…sono sempre li, ad un angolo di strada, sotto un portone, davanti al bar, in Villa Comunale. Sono sempre gli stessi: parlano, confabulano, fanno la lista. Sono sempre gli stessi (potrei fare i nomi). Fanno la lista per vincere le elezioni e fare un altro sindaco ostaggio delle loro richieste. Poi verranno da noi, da voi a chiedere e a promettere. E prometteranno il favore, la veranda, il posto. E così la classe dirigente non cambierà mai.

I candidati e gli eletti non potranno fare nessun favore perché posto di lavoro, non ce ne sono e perché appena eletti andranno a chiedere il favore per loro stessi e per i loro familiari. Quindi, in una città dove tutto è allo sfascio, dove c’è una giunta comunale sciolta per infiltrazione mafiosa (a prescindere dalla sentenza del TAR, il solo sospetto dovrebbe essere sufficiente) dove le liste le fanno sempre i soliti (e potrei fare tutti i nomi) per una volta, una volta sola, non ci comportiamo da sudditi, ma diamo un voto cosciente per la speranza e il cambiamento. TANTO IL FAVORE NON VE LO FARANNO!

(articolo a cura di Salvatore Ercolano)


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