Il proverbio ‘A nava cammina e ‘a fava se coce” (letteralmente “La nave cammina e la fava si cuoce”) fa riferimento a un periodo cruciale della storia di Napoli: quello dell’emigrazione verso l’America agli inizi del XX secolo.
In quegli anni, molti napoletani lasciavano la loro terra natia in cerca di una vita migliore oltreoceano.Le fave, alimento basilare della dieta povera, erano particolarmente adatte per il lungo viaggio in mare poiché, essendo secche, si conservavano a lungo senza deteriorarsi.
Tuttavia, la cottura delle fave rappresentava una sfida.Notoriamente i tempi di cottura delle fave sono lunghissimi, ma lunga era anche la traversata oceanica e dunque le fave avevano tutto il tempo necessario per cuocersi alla perfezione sfruttando, tra l’altro, l’energia prodotta dai motori della nave. Così, contemporaneamente, la nave proseguiva il suo percorso e le fave si cuocevano, pronte per essere consumate dai viaggiatori.
‘A nava cammina e ‘a fava se coce, espressione usata ancora oggi
Oggi, questo proverbio viene utilizzato per descrivere situazioni in cui tutto procede senza ostacoli, dove gli eventi si susseguono in modo naturale e fluido, portando benefici senza richiedere sforzi particolari. È un modo per sottolineare la sinergia e l’armonia di processi che, seppur lenti e invisibili, conducono al risultato desiderato, proprio come la nave che avanza e le fave che si cuociono nel tempo.
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