L’altro giorno ero a telefono con un amico il quale, dopo aver ravvisato di aver commesso un errore, ha esclamato: “Pecchè je teng ‘e gghiorde!”. E’ iniziata così una discussione sul termine “gghiorde” (o jorde).
Il significato di questo termine sembra essere molto vicino a quello più in uso di “arteteca“; in realtà è molto più sottile ed ha un’origine piuttosto curiosa. Scopriamolo insieme.
“Teng ‘e gghiorde” (o jorde), da dove deriva questo modo di dire?
“Tene ‘e gghiorde” si dice di chi cocciutamente insiste e persevera in un’azione. Il termime “gghiorda” (o jorda) deriva da una parola turca: jord
Jord deriva da Gordio, il nome di una città turca dove si narra ci fosse un carro dedicato al dio Sabazio (Dioniso) legato ad un palo del tempio con un nodo impossibile da sciogliere. Secondo la leggenda chi avesse sciolto quel nodo avrebbe conquistato l’intera Asia Minore.
Alessandro Magno provò a scioglierlo, ma non ci riuscì. Per non rinunciare al potere che gli avrebbe conferito quel nodo, lo recise con la sua spada e successivamente divenne imperatore.
E’ per questo motivo che a Napoli “tenere ‘e gghiorde” significa non rinunciare a compiere un’azione pur sapendo che il risultato, con ogni probabilità, non sarà quello sperato. Insomma agire per cercare di superare un ostacolo e come? Con testardaggine e in taluni casi con coraggio.
Jord, non a caso, è anche il nome del nodo con il quale, un tempo, venivano legati i fili delle trame dei tapperi persiani.
E voi tenite ‘e gghiorde o siete facilmente arrendevoli?
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