Antonello De Rosa racconta la sua vita con il teatro

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Quando teatro e passione si incontrano, nasce un’intesa che è difficile abbandonare.

Quando incontri il teatro per la prima volta e già per quel primo istante sul palco provi un’emozione inspiegabile, significa che non vi puoi rinunciare.

Antonello De Rosa, noto attore e regista teatrale del territorio salernitano, si racconta con occhi lucidi provando a definire con poche parole il proprio amore per il teatro. Una storia d’amore che dura dall’infanzia, tra un lenzuolo e un pigiama, una volontà e un pizzico di coraggio, che per un bambino non è per niente semplice.

Chi è Antonello De Rosa?

“Antonello De Rosa è quel bambino che giocava con le lenzuola, non a caso in uno dei miei ultimi spettacoli “Solo come un cane” ho riprodotto per intero quello che io da bambino sognavo, cioè le ombre dietro una terrazza. Antonello De Rosa è ancora quel bambino, questo lo dico davvero con grande orgoglio. È rimasto quel bambino sognatore o meglio quel bambino “speranzoso”, speranzoso che le cose possano cambiare, possano prendere la strada giusta che tu hai immaginato e sognato che diventasse. Il pubblico è purtroppo abituato all’artista che passa per la televisione, se non passi per la televisione non sei nessuno. Invece io non voglio passare per la televisione, io voglio rimanere nel teatro perché il teatro mi ha insegnato e mi insegna, come continuerà ad insegnarmi, la speranza di continuare a sognare. Antonello è quel bambino che mette play e fa partire una canzone per poi sognare su quelle note. Antonello è quello che sa bene quali sono le sue pecche da umano e le sue incapacità e quando una persona capisce questo allora sa bene qual è il suo mestiere.”

Quando si intraprende un’esperienza o un cammino vi è sempre una persona che incoraggia e che sostiene. Chi è quella persona che ha sempre sostenuto Antonello De Rosa nel suo cammino teatrale?

“Sono stato fortunato e sono ancora fortunato. Ho avuto tantissime persone che hanno sempre creduto in me, dalla mia famiglia ai miei tanti amici. Tutti hanno sempre creduto in me e mi hanno sempre spinto a continuare. Ma la persona che mi ha sempre aiutato e che mi aiuta ancora oggi è dentro di me. Anche io ho momento dove lascerei il teatro ma basta una settimana di pensieri che mi ridanno la carica per riprendere il mio cammino. Se dovessi dare un nome a questa mia persona interiore è “volontà”.”

Parliamo di lei sul palco, quindi come attore. Il primo spettacolo della sua vita e in che modo l’ha emozionato?

“Il primo spettacolo della mia vita è stato quando avevo 7 anni, ricordo ancora che si rappresentava al Teatro Augusteo, purtroppo non ricordo il nome dello spettacolo quindi non me lo chiedere. Era piccolissimo, quindi immagino come poteva sembrare grande l’Augusteo per me: era enorme. La mia insegnante chiese a tutti noi piccoli attori di procurarci un vestito di scena particolare, quasi come se fosse da Carnevale. Vivevo solo con mia madre e a quei tempi non potevamo permetterci di acquistare un vestito per cui già immaginavo la voce della mia insegnante che mi negava di fare lo spettacolo. Allora decisi di prendere un mio pigiama e presentarmi sul palco con quel “costume”. L’insegnante, vide che non era un costume ma al tempo stesso lesse in me una grande voglia di salire su quel palco al punto da recitare con un pigiama. Ecco la mia prima forma di volontà, volevo a tutti i costi prendere parte al mio primo spettacolo.”

C’è stato un periodo della sua vita durante il quale ha deciso di abbandonare il teatro?

“Chi ama il teatro deve essere in grado di rinunciarvi per poi ritornare più convinto di prima per intraprendere quel mestiere. Un bel po’ di anni fa decisi di abbandonare il teatro quindi vendetti tutto, libri, scritti e tanto altro appartenesse a quel mondo che per anni avevo accumulato e partii per sei mesi, per ritrovare me stesso. Una volta tornato a casa, mi è bastata una settimana per girarmi i pollici e la prima cosa a cui pensai fu “teatro” e allora riacquistai di nuovo tutto e mi misi di nuovo in carreggiata.”

L’attore, quali le sue caratteristiche…

“L’attore prima di tutto deve studiare, non deve mai mettere fine alla parola studio. Non basta fare due laboratori oppure uno spettacolo per definirsi attore. Poi dopo viene il talento, la passione, l’espressività e tanto altro.”

Se un giovane le chiedesse un consiglio per diventare attore cosa gli risponderebbe?

“Gli direi di cambiare nazione. Qui non c’è più spazio per l’arte e non sappiamo più riconoscere gli artisti. Viviamo sempre in una situazione di tagli quindi o le cose cambiano seriamente oppure lo spazio è sempre minore. È un peccato, anche se un bambino non può rimanere sempre nella propria culla.”

Direttore artistico di Scena Teatro, associazione di gran successo nel salernitano, Antonello De Rosa continua la sua scalata, il suo continuo studio non soffermandosi solo sulla città natale ma allontanandosi, arrivando anche fuori nazione. Collaborazioni con il Bellini di Napoli oppure partecipazioni a tanti festival in giro per l’italia, gli hanno permesso di far conoscere il nome De Rosa e di arrivare sulla bocca di amanti del teatro e non solo.

Le sorprese non finiscono qua, nei prossimi mesi vedremo Antonello De Rosa insieme con la sua compagnia e associazione, alle prese con altri spettacoli ed altre direzioni artistiche di primo livello. Non ci resta che restare sempre in scena per non perderci nemmeno un atto della vita del regista salernitano.

 

 Foto di Nicola Ferrentino

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