SENTENZA CASSAZIONE SHOCK! Stupratori a metà


Esiste lo stupro a metà? Sentenza Shock in Italia

<strong>Un 48enne condannato per violenza sessuale ai danni della moglie e maltrattamenti in famiglia  ha chiesto le attenuanti perché gli abusi avvenivano solo quando era ubriaco. Il 7 ottobre 2013, la Corte d’appello di Venezia, aveva rigettato la richiesta della difesa dell’uomo di uno sconto di pena sostenendo “che in ogni caso la consumazione di una violenza carnale completa, al di là delle condizioni soggettive nelle quali versi l’autore, resta un fatto non ascrivibile fra le violenze sessuali di minore gravità”. Il gip di Vicenza, escludeva la minore gravità dato che l’uomo aveva imposto con violenza rapporti completi alla sua compagna.

Diversamente è andata per il ricorso in Cassazione che è stato accolto. Per la Cassazione i fatti non bastano, nonostante la loro brutale evidenza anche nel caso di violenze carnali «complete» ai danni delle donne. “ È necessaria «una disamina complessiva, con riferimento alla valutazione delle ripercussioni delle condotte, anche sul piano psichico, sulla persona della vittima”. il verdetto della Cassazione che stabilisce che è possibile una riduzione di pena per gli imputati per stupro con il riconoscimento dell’ attenuante di aver commesso un fatto “di minore gravità”, sta facendo discutere. Ci sarà quindi un nuovo esame in appello del processo, poiché, scrive la Cassazione, “è mancata, un’analisi complessiva del fatto in particolare con riferimento alla valutazione delle ripercussioni delle condotte, anche sul piano psichico, sulla vittima essendosi i giudici di appello limitati a descrivere il fatto contestato -per stessa definizione normativa -, di violenza, senza tuttavia analizzarne, come necessario, gli effetti“.

 

Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, associazione che si occupa dei diritti e della tutela delle donne violentate,  basita di fronte a tale sentenza dice: << Stiamo sminuendo l’importanza di un delitto così efferato come lo stupro che sembra quasi un’istigazione a delinquere. E questo avviene in un momento particolarmente grave e violento per le donne, dove quasi ogni giorno c’è una donna uccisa>> ed invita tutte le associazioni a parlare sempre più di queste situazioni perché è nel silenzio che si moltiplicano le situazioni peggiori. La violenza di genere è una realtà  che si dilagando sempre di più, e attraverso sentenze come questa,  sembra di volere dirigersi nella direzione di voler ridimensionare la violenza sessuale in sé”. Le reazioni politiche sono concordi nel ritenere questa sentenza un ulteriore violenza  perpetuata contro la dignità delle donne. Una sentenza che rappresenta una battuta di arresto ad una battaglia di civiltà che con tanta fatica, non solo le donne, portano avanti per porre fine ad un reato così efferato.  In una società dove le denunce per stalking aumentano esponenzialmente, una tale sentenza sembra deresponsabilizzare in qualche maniera lo stupratore.

Non bisogna sottovalutare lo stato  psicologico delle vittime, la loro paura, i sentimenti di vergogna che spesso le paralizzano, e non trovano il coraggio di denunciare, di dare voce al proprio silenzio. Nel nostro paese il Dipartimento per le Pari Opportunità ha sviluppato mediante l’attivazione del numero di pubblica utilità 1522, un’ampia azione di sistema per l’emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extrafamiliare a danno delle donne.

Sul territorio  di ogni regione sono presenti numerose associazioni sensibili a questo tema pronte a dare sostegno alle donne vittime di violenza. Una sentenza del genere destabilizza e ci si chiede: “una sentenza che sembra tutelare lo stupratore invece che la vittima?”

 


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