Le donne di Napoli: Anna Maria Ortese


Sono tante le donne che hanno contribuito a plasmare l’identità culturale e sociale di Napoli. Tra esse una delle figure letterarie più significative: Anna Maria Ortese

Anna Maria Ortese è stata una delle figure letterarie più significative e complesse di Napoli e dell’Italia postbellica. Nata a Roma nel 1914, visse gran parte della sua vita a Napoli, città che divenne centrale nelle sue opere.

«Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui, (…) tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, (…) tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva (…) una impressione stranissima, come di una orchestra i cui istrumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di meravigliosa confusione…»

La sua scrittura è caratterizzata da un profondo senso di estraneità e da una critica acuta nei confronti della società e del mondo letterario del tempo. Dopo la pubblicazione della sua raccolta “Il mare non bagna Napoli”, la Ortese si allontanò dalla cerchia intellettuale napoletana a causa delle sue posizioni critiche, che le causarono emarginazione e ostracismo culturale​​.

La Ortese ha trascorso la sua vita tra diversi traslochi, spesso accompagnata dalla sorella Maria, la quale ha sacrificato la propria vita personale per sostenerla. Questo legame profondo e complesso ha ispirato alcuni dei personaggi più memorabili nelle sue opere, come Juana in “Il Porto di Toledo”. La relazione tra le due donne riflette la condizione di Ortese stessa, che ha vissuto gran parte della sua vita in condizioni economiche precarie, nonostante la qualità delle sue opere​​.

Le tematiche delle sue narrazioni spaziano dal realismo magico alla critica sociale, con una forte tendenza a rappresentare la realtà in modo visionario e simbolico. Il mare e i suoi movimenti, ad esempio, assumono un ruolo centrale nelle sue opere, simboleggiando il tempo e la vita stessa, riflettendo la sua percezione di essere un “eterno naufrago”. Nonostante il riconoscimento tardivo, Ortese ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura italiana, con opere come “L’iguana” e “Il Cardillo Addolorato” che esplorano temi di alienazione, solitudine e la ricerca di un significato più profondo nella vita​​.

La sua vita e il suo lavoro illustrano la lotta di una donna contro le convenzioni e le aspettative della società, cercando di mantenere la propria integrità artistica e personale in un mondo che spesso non la comprendeva o la apprezzava a pieno. La figura di Anna Maria Ortese rimane un simbolo di resistenza e di profonda sensibilità artistica, la cui eredità continua a influenzare la letteratura contemporanea.

 

 

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