ESCLUSIVA Pragma: Chef Vincenzo Cozzolino si racconta

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“Sono un mix di tradizione e innovazione”. Ecco i consigli del giovane Chef per un cenone coi fiocchi

Pane e pallone. Due ingredienti cosi diversi ma al contempo cosi simili tra loro, da cui potrebbe uscirne fuori un piatto delizioso per tutti i palati. A tal proposito, infatti, si è concesso ai nostri microfoni lo Chef Vincenzo Cozzolino, un ragazzo giovane ma con le idee ben chiare, tanta passione e già molta esperienza alle spalle. Attualmente lavora nel ristorante Feudi di San Gregorio” all’aeroporto di Capodichino a Napoli e per noi ha parlato di sé, del suo stile culinario, di calcio e del menù natalizio…senza tralasciare alcuni segreti che magari farebbero comodo ai nostri lettori. Il tutto, racchiuso in questa breve ma intensa intervista.

Da dove è nata la tua passione per la cucina?
“Diciamo che me l’ha trasmessa mia nonna. La domenica infatti anziché andare in giro con mio padre, ad esempio per comprare i dolci, preferivo stare in cucina con mia nonna già dalla mattina per preparare il pranzo domenicale. Ma alla fine credo di esserci nato con questa passione”.

Che tipo di cuoco sei? Sapresti descriverti con degli aggettivi?
“Sul lavoro sono molto serio e professionale, perché tengo a quello che faccio e cerco di farlo al meglio. Alcune volte sono anche esuberante, ma in fondo fa parte di questo lavoro”.

Qual è il sogno a cui ambisci per la tua carriera?
“Il mio sogno è aprirmi un ristorante tutto mio. Non so dove, ma deve essere vicino al mare. Lo stile sarebbe tra una cucina tradizionale e quella innovativa, ma non troppo. Diciamo una cucina tradizionale rivisitata”.

Tu sei di Napoli, quindi cosa consiglieresti ad un turista in cerca dei “sapori della città”?
“Consiglierei ovviamente la pizza, anche se pur avendo iniziato la mia carriera in una pizzeria, non lo considero il mio campo. Poi consiglierei i frutti di mare, lo spaghetto con le vongole, oppure un tradizionale spaghetto al pomodoro, visto che i pomodori di qui sono molto diversi da come li trovi altrove”.

Visto che siamo in tema, che menù serviresti nel tuo ristorante in occasione del cenone natalizio?
“Bella domanda. Beh, per prima cosa sceglierei un menù a base di pesce, con antipasti vari divisi tra affettati e formaggi particolari, un’ottima insalata russa e tartare di gambero crudo o di tonno, accompagnando il tutto dalle immancabili ricotta e mozzarella. Per il primo invece servirei un risotto elaborato con crema di limone e tarallo, oppure un risotto a zafferano, crema d’aglio e funghi, che è anche il periodo. Oppure andrei sul semplice con la pasta lunga, dove userei il coccio, le vongole, i gamberi o le cozze. Come secondo un bel fish and chips di baccalà, magari fritto pastellato con una crema d’aglio o di peperone che è agrodolce”.

Hai invece qualche segreto da poter svelare ai nostri lettori in cerca di semplici manicaretti casalinghi?
“Beh posso dire che quando faccio magari un sugo o una base di un primo, uso i rami del basilico, o del prezzemolo, senza mai mettere le foglie, perché possono annerire e rendere il piatto meno bello agli occhi del cliente: li metti a soffriggere all’inizio con l’aglio o cipolla che sia e poi li togli una volta disidratati, rilasciando così nel piatto tutto il sapore. Un altro consiglio che posso dare è che quando mettete l’aglio nell’olio e lo vedete ad un certo punto iniziare a scoppiare, non lo togliete ma mettete giusto un mestolo d’acqua per farlo poi scoppiare del tutto, cosi da avere una base di crema d’aglio”.

Passiamo al calcio, tieni per qualche squadra?
“Si, il Milan”.

Cosa ti ha fatto innamorare di questi colori?
“Mi sono avvicinato al Milan nell’anno in cui venne Ronaldinho e dopo aver visto un Milan-Cagliari finito 4-3, decisi di diventare tifoso di questa squadra”.

Se dovessi abbinare un piatto alla stagione attuale del Milan, quale sarebbe?
“Certamente non un bel piatto, uno triste. Per me sarebbe un minestrone, ovvero tanti ingredienti messi insieme e possono piacere o meno, ma che se non cucinati bene, ovviamente, possono rovinare il piatto”.

Il tuo giocatore preferito?
“Ibrahimovic”.

Come mai?
“Per il suo carattere. E’ molto sicuro di se stesso, come d’altronde lo sono anche io”.

E se dovessi abbinare un piatto ad Ibrahimovic?
“Ti stupirò. Per me è un piatto semplice, come uno scarpariello, ovvero uno spaghetto con i pomodori del piennolo. Ho scelto questo piatto perché proprio come lui, è una scelta infallibile. Ad esempio qua a Napoli dove vai vai ti prendi questo piatto. E’ il migliore di tutti e non lo puoi contestare… proprio come lui”.

Ultima domanda. Che piatto sarebbe Vincenzo Cozzolino?
“Allora, io sono molto tradizionalista. Parto sempre dalle basi, per poi però finire nell’innovazione. Quindi sarei un bel pacchero con ragù e spuma di ricotta. Tradizione e innovazione”.

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