17 Gennaio: Giornata Mondiale della Pizza, i segreti dell’arte del pizzaiolo

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17 Gennaio, Giornata Mondiale della Pizza – Per celebrare al meglio la ricorrenza verranno svelati, in  ben 180 Paesi, i segreti per la preparazione della pizza da realizzare a casa. I segreti riguarderanno la Margherita, la Marinara, la Capricciosa ed… una pizza speciale. L’iniziativa, prodotta e organizzata dal festival “Pizza Village” e dalla guida online “Visit Italy. consiste in una World Masterclass virtuale.

“Pizza vuol dire condivisione”

“L’idea è quella promuovere la cultura, l’arte e le tradizioni italiane attraverso un linguaggio digitale che sappia parlare a più generazioni. Pizza vuol dire condivisione, ed il progetto si pone l’obiettivo di portare questo valore nelle case di tutto il mondo” –  sottolineano gli organizzatori.

17 Gennaio Giornata Mondiale della Pizza, i segreti dell’arte del pizzaiolo

L’incontro, chiamato “How to make Italian pizza” viene svolto sia in lingua italiana che in inglese. Tra i protagonisti i maestri pizzaioli Gino Sorbillo, Enzo Coccia, Davide Civitiello ed Antonio Falco.

Per partecipare alla World Masterclass è necessario registrarsi utilizzando il link http://bit.ly/Masterclass_pizza. Al termine della Masterclass ogni partecipante riceverà il certificato ufficiale (digitale o stampato) firmato dai maestri pizzaioli.

Sant’Antuono, protettore di fornai e pizzaioli

Dal 2017  l’arte dell pizza è diventata Patrimonio dell’Unesco. Il 17 Gennaio ricorre la Giornata Mondiale della Pizza e del Pizzaiolo. La scelta della data non è casuale: il 17 Gennaio, infatti, si celebra Sant’Antonio Abate (Sant’Antuono, per distinguerlo da quello di Padova), protettore di fornai e pizzaioli.

Sembra che in passato le famiglie di fornai e pizzaioli per celebrare il loro santo protettore, fermassero le loro produzioni e si radunassero tutti insieme intorno ad un grande fuoco in segno di ringraziamento.

La leggenda di Sant’Antonio Abate

Secondo un’antichissima leggenda Sant’Antonio sarebbe sceso agli inferi, insieme al suo maialino, per rubare il fuoco e regalarlo agli uomini. Il Santo, ovviamente, non ricevette una buona accoglienza dai demoni  i quali gli rubarono il bastone. Il maialino allora iniziò a mettere tutto a soqquadro facendo un gran baccano. Sant’Antonio disse ai diavoli “se volete che lo faccia star buono, dovete ridarmi il mio bastone”. Solo quando il bastone rientrò nelle mani di Sant’Antonio, il maialino si tranquillizzò. Quello però era un bastone di ferula dal midollo spugnoso, ossia un bastone che, incorporata una scintilla nel midollo il legno, continua ad ardere, anche se dall’esterno non si vede. Fu così che Sant’Antonio, facendola in barba ai demoni, portò il fuoco agli uomini.

Ancora oggi, in tutt’Italia si esegue ogni anno lo stesso rito per rendere onore alla tradizione. Il rito è quello dei “Focarazzi”, “Ceppi” o “Fuochi di Sant’Antonio”, grandi falò purificatrici e portatori di fecondità che bruciano tutta la notte.

 

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