Ogni anno nel mondo si celebra il 21 maggio questa giornata, istituita nel 2002 dopo che l’UNESCO adottò la Dichiarazione Universale sulla Diversità culturale.
I fatti storici di quei giorni aveva cambiato ormai il volto della storia contemporanea per sempre, ( l’attentato del 11 settembre) furono la spinta propulsiva verso questa giornata.
Da quella data, che potremmo definire zero, il mondo è cambiato anche questo è stato ampiamente detto e dimostrato purtroppo.
Sempre più le paure per chi è diverso da noi, nello stile di vita, di idee, di colore di religione, ha scatenato sentimenti diffidenti. Il mondo negli ultimi quindici anni ha fatto grandi passi indietro nel dialogo fra culture diverse. Ciò che sembrava appartenere ad un epoca lontana da noi, fatta di ignoranza, di non conoscenza dell’altro, di prevaricazione, si è riaffacciata agli occhi del mondo. Cause diverse guerre, crisi economiche, scontri religiosi hanno creato nuove crisi, nuove paure, nuovi asti, nuove tratte di essere umani, nuovi muri di apartheid si sono eretti.
La storia sembra ripetersi all’infinito sostituendo a vecchie paure nuove per l’epoca in cui si manifestano ma ancestrali per definizione.
Ecco lo spirito guida con cui è stata istituita questa giornata e quest’anno ancora una volta si presenta rafforzata di nuovi mostri da sconfiggere. Invitando attraverso passi quotidiani e non solo attraverso grandi gesta di cui non tutti possiamo esserne portatori. Ecco come cita il primo articolo della Dichiarazione:
“La diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura. In questo senso è il patrimonio comune dell’umanità e dovrebbe essere riconosciuta e affermata per il bene delle generazioni presenti e future”.
Nel 2005, l’UNESCO ha approvato la Convenzione sulla protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali di cui quest’anno si festeggia il decimo che si concretizza in questo precetto/primo articolo:
La diversità culturale crea un mondo prospero ed eterogeneo in grado di moltiplicare le scelte possibili e di alimentare le capacità e i valori umani, rappresentato quindi un settore essenziale per lo sviluppo sostenibile delle comunità, dei popoli e delle nazioni
Quindi relazionarsi, dialogare non solo un giorno all’anno, ma ogni singolo giorno.
L’integrazione sociale nasce da questo. Visitare un museo, una mostra artistica.
Ascoltare la loro lingua, musica, assaggiarne la cucina: piccoli gesti che servono a metterti in relazione con l’altro, umano quanto te.
Va detto che troppe giornate istituite da organismi internazionali sulla carta, confondono ormai. Bisognerebbe attuare interventi più concreti, scendere sul campo dove vive il problema e non limitarsi al ruolo di meri osservatori; nel frattempo che ciò accada nel nostro piccolo prodighiamoci quali ambasciatori di pace, di dialogo nel nostro quotidiano. Si parte dalla base e le basi sono le fondamenta di tutto.