“Non tutti i ladri vengono per Cuocere”: un tuffo nel ’58


“Non tutti i ladri vengono per Cuocere” in scena al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli dal 27 al 30 ottobre

“Non tutti i ladri vengono per cuocere” è tratto da “Non tutti i ladri vengono per nuocere” dell’autore, attore e regista Dario Fo. Lo spettacolo inizia con l’annuncio della “signorina buonasera”, prosegue con l’inizio di una delle trasmissioni dell’epoca com’era “Studio Uno” e del carosello che intratterrà gli spettatori.

Nello specifico la farsa racconta di un ladro che entra nella casa del ricco assessore mentre sia lui, sia sua moglie sono fuori città. Il lavoro del ladro viene interrotto dall’arrivo del proprietario di casa in compagnia della sua amante; i due scopriranno il ladruncolo nascosto grazie agli equivoci creati dalla moglie del malvivente che chiamerà a casa dell’assessore chiedendo di suo marito. Rientrerà anche la moglie tradita e gli spunti per la vicenda sono esilaranti.

La prima di questa farsa “Non tutti i ladri vengono per nuocere” nata dal genio di Dario Fo andò in scena nel 1958 al Piccolo Teatro di Milano. Con l’ironia tipica di Fo, entra in scena il bigottismo della classe borghese e tutti i limiti che il cattolicesimo impone in materia di matrimonio, sesso, divorzio. La somma di tutto ciò è che il ladro apparirà il più onesto tra tutti. Come d’accordo con la caratterizzazione tipica di questo genere, i personaggi diretti da Danilo Rovani sono apparsi caratterizzati, lo stesso regista e attore appare caricaturale nella parte del protagonista. Nel complesso Cosimo Alberti, Stefano Ariota, Massimiliano Cataliotti, Daniela Cenciotti, Laura Pagliara risultano simpatici, concentrati, partecipi mentre lavorano a ritmi abbastanza serrati che non lasciano grosso spazio a respiri.

Lo spettacolo “Non tutti i ladri vengono per cuocere” dura due ore circa, ma si fa seguire. Gli attori sembrano divertiti davvero e così veniamo contagiati dalla comicità. La regia non è stata particolarmente presente, c’è da dire che però ci si stava misurando con un testo particolarmente noto, nato dalla mano di uno dei più grandi Maestri del Teatro internazionale. Ovviamente, prima che si spengano le luci, l’ultimo saluto va proprio a lui, Fo.

articolo a cura di Marina Cioppa

 

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