Di Roberto Santoro la commedia ‘e a luna sta a guardà’ con la regia di Adriana Ricciardiello al Teatro Bracco.
Il 21 maggio al Teatro Bracco è andata in scena la seconda replica dello spettacolo ‘e a luna sta a guardà’ di Roberto Santoro con la regia di Adriana Ricciardiello, con la compagnia L’Incontro.
Lo spettacolo ha richiamato un numeroso pubblico per assistere alla commedia messa in scena da Adriana Ricciardiello, vero fulcro di operosità.
Gli attori della compagnia L’incontro hanno dimostrato quel talento innato che appartiene al dna partenopeo, che li ha visti interpreti e cantanti. La formazione della compagnia è composta da: Maria Teresa De Carlo, Angelo Coraggio, Salvatore Esposito, Michele Serao, Rosaria Manfredi, Luca Troncone, Donatella Serra, Micaela De Lorenzo, Anna Notari, Luciana Vassallo, Gaetano Raiano, Felice Arcidiacono, Mariagrazia Troncone, Eugenia Pappalardo, Lucia Azzurro, Lucio Luongo, Giovanni Annunziata, Giada Pia Rinaldi, Simona Fioravante, Sara Fioravante. Le ballerine sono del Duomo Danza.
Sebbene la compagnia sia di carattere amatoriale, la regista Adriana Ricciardiello ha saputo sfruttare le qualità di ognuno degli attori, riuscendo a gestire il numero dei partecipanti della compagnia.
L’aspetto corale è ben distribuito nella scrittura di Roberto Santoro, che portando avanti il tema della napoletanità più genuina e umana. La trama prende spunto da un evento delinquenziale, lo scippo alla turista inglese, per affrontare quelle che sono le peculiarità di Napoli. Santoro affronta i diversi temi come le voci perdute di Napoli, la serenata, le schermaglie degli innamoriati, i femminielli, la preghiera alla Madonna, o quello dell’antico Ommo positivo, ovvero il guappo del quartiere, l’uomo d’onore con le regole che rispettava in prima persona, divenuto ormai una reminescenza oleografica rispetto alla trasformazione delinquenziale che rappresenta la camorra.
Ognuno dei temi, è affrontato con cenni storici e la filosofia spicciola napoletana, dove non mancano riflessioni profonde sui mutamenti della società e dei valori. Ad ogni tema è associato un brano tratto dalla musica classica napoletana, come ‘A cartulina e Napule’, ‘A rumba de’ scugnizzi’, ‘Lo guarracino’, solo per citarne qualcuna.
Essi sono incastonati in divertenti quadretti scenici dalla regista Adriana Ricciardiello, che dimostra di saper dominare la scena con l’interpretazione della protagonista Filumena che accompagna la turista alla riscoperta di una Napoli diversa, quella umana. Non solo interprete ma anche cantante, dove la voce matura riesce a esprimere ancora molto sentimento e passione.
Da sottolineare la splendida scenografia di Giovanni Sannola, che ha saputo riprodurre la prospettiva di un vicolo con una edicola votiva, presenza storica nell’architettura urbanistica napoletana, e la facciata di un palazzo con tanto di bar con l’insegna ‘e a Luna sta a guardà’. Il palazzo ha l’ingresso con portone e balcone al piano superiore. In particolare l’edicola votiva con rotazione ha al suo interno l’ambientazione della cucina della casa della protagonista, utilizzata per una scena.
Non si vedeva da tempo il verticalismo scenico, con tanto di finestra, in una compagnia amatoriale, che ha portato in scena uno corposo spettacolo di due atti, con numerosi cambi d’abito, grazie ai costumi di Rosaria Manfredi.
L’accompagnamento musicale dei maestri: Antonio Briglione, Luciano Liguori e Michele Serao, dove quest’ultimo si è ottimamente diviso tra supporto musicale al mandolino ed interpretazione di alcuni personaggi, curando anche gli arrangiamenti musicali.
Il brano conclusivo ‘e a Luna sta a guardà’ è di Roberto Santoro, molto orecchiabile che esprime il lato positivo dell’anima partenopea.
Fonte foto: Pasquale Fabrizio Amodeo