Come ne venimmo fuori (proiezioni dal futuro) al Teatro Bellini


Al Teatro Bellini “Come ne venimmo fuori” di e con Sabina Guzzanti

Partita a novembre questa tournée che la sta portando in giro per l’Italia e nei teatri delle maggiori città, il 27 e 28 novembre lo spettacolo è approdato al Teatro Bellini, riempiendolo come era prevedibile.

Un teatro rimasto in ossequioso silenzio per quasi due ore di monologo, realizzato in maniera minuziosa ed eccellente da questa valida artista che mai delude il pubblico che la segue da anni. Più di un anno è il periodo che ha dedicato a questo lavoro dove, come sempre, la trama si dipana tra satira raffinata e pungente fondata su argomenti attuali, o meglio, che erano odierni nel secolo di merda cui si riferisce.

E’ una Sabna Qf2 del futuro dove, in un discorso all’ umanità, quella che ormai ha superato le ipocrisie e le congetture, racconta quel che è stato”Il secolo di merda“, ovvero quel periodo storico che va dal 1990 al 2041. Analizza, senza mezzi termini, i cosiddetti “merdolani” alias mentecatti: le loro insicurezze, ipocrisie, problematiche in un’epoca in cui i grandi capitalisti muovevano le fila invisibili di quelle generazioni rendendoli degli automi; discetta del loro rapporto con il web dove tutti son grandissimi filosofi, semplicemente citando versi di scrittori che mai nella loro vita avrebbero letto. Tanti personaggi in cerca d’autore i quali,  davanti a un computer e tramite il social network – la vera rovina della mente umana- diventano tutti dei gran geni idealisti, senza comprendere la loro sudditanza a questi mezzi.

 

Che cos’era Facebook? Dove i “merdolani” riversavano le loro conoscenze. Stavano lì perché avevano l’impressione di contare qualcosa. Ognuno era il carceriere di se stesso”

Con un look futuristico si presenta in scena, avvalorata da una scenografia spoglia ed essenziale, curata da Guido Fiorato, per la regia di Giorgio Gallion. Dal futuro, quel mondo che possiamo solo immaginare scevro da suppellettili inutili, questa donna è chiamata a descrivere, nel modo più semplice e chiaro possibile, il secolo più buio della storia dell’umanità. Non si limita alla semplice e chiara analisi della popolazione di quell’ epoca che trova consenso nel ridere amaro dei presenti in sala, che annuiscono a tutti quegli scatti tipici della società che lei descrive,bensì lo avvalora anche  citando i grandi economisti della storia come Friedman e con ricerca minuziosa dei dati, dei fatti, delle guerre, delle privazioni che in quel periodo buio sono avvenuti nel mondo.

Nella seconda parte, per stemperare gli animi,  data  la valenza di quella satira che strilla alle nostre coscienze, lascia che i suoi compagni di palco  si “impossessino” di lei, e dà voce a Silvio Berlusconi, Angela Merkel, Maria de Filippi. L’epoca attuale vista dal futuro era un luogo dove, ormai regnavano guerre, odi ed apatie nei merdolani. Dove il superfluo era l’indispensabile e la vita regolata da trasmissione “Fuffology”, ove tutto sembrava irrimediabilmente perso. Cosa accadde dopo?

“Come abbiamo superato tutto questo? Siamo ritornati a comportarci da umani.”

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