Enricomincio da me Unplugged, ultima tappa a Cagliari

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Ultima tappa ed ultima replica per lo spettacolo di Enrico Brignano iniziato il 16 Agosto al Parco Archeologico di Vulci (Viterbo).

L’ironia iniziava subito con le velate critiche, celate dal sarcasmo, che caratterizzava la scelta della location dell’Arena in Fiera; un luogo ricercato appositamente per questo spettacolo.

Pochi minuti di battute sullo spettacolare, ma soprattutto immaginario panorama, che il comico romano descriveva come il migliore che avrebbero potuto scegliere.

 

GLI SPAZI DISPONIBILI A CAGLIARI, ANTICO NEO PER LA CITTA’ METROPOLITANA

In realtà l’unico spazio disponibile a Cagliari, ahimè è proprio l’area che ospitava la cosiddetta  Fiera Campionaria della Sardegna“, denominato “Arena in Fiera“.

Un’antica polemica sulla mancanza di degne location, sulla mancanza di un degno Teatro estivo che un tempo, tuttavia,  c’era: l’Anfiteatro Romano di Cagliari, oramai abbandonato da anni e solo da poco tornato ad essere quello che era, un Monumento che per ben 3 euro è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 19. http://www.cagliariturismo.it/it/luoghi/i-luoghi-della-storia-316/monumenti-80/anfiteatro-romano-170

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Foto di P. Tolu

Tuttavia sino all’anno scorso c’era “Arena San’t Elia“, proprio dietro il cadavere del vecchio stadio sportivo cittadino, Teatro anche quelle di antiche rivalità dove  Gigi Riva e i suoi compagni festeggiarono l’unico Scudetto vinto nel 1970. I costi eccessivi per la comunità, essendo quella location utilizzabile solo in estate, ne hanno determinato la cessazione alla fine dell’estate scorsa; anche per la fruibilità gratuita per chi, in età giovanile soprattutto, poteva scavalcare facilmente o al massimo stare fuori ad ascoltare i suoni, le canzoni dell’artista in programma.  
nuova arena concerti cagliari 12

Certo, l’Arena in Fiera” a dispetto dall’Antico Teatro sul mare di Taormina o dell’Anfiteatro romano è davvero poca cosa, ma è l’unico modo per portare nel Capoluogo di Provincia della Sardegna Artisti di livello.

In realtà ci sarebbe anche un’altra struttura che molti altri artisti prediligono, un’altra Arena meravigliosa. Ma non è in città, è a Pula, vicino a Cagliari.

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FOTO DAL SITO DEL FORT VILLAGE DI PULA (CAGLIARI)

E’ quella costruita dentro il fantastico e osannato Villaggio, noto nel mondo come “Fort Village” un resort di lusso non per tutte le tasche.

Molti artisti vanno, lì a esibirsi, Sting ad esempio, c’è stato questa estate con Shaggy.

E venne diversi anni fa a Cagliari all’Anfiteatro romano.

Spesso gli artisti che vorrebbero esibirsi a Cagliari, vedendo le condizioni della Fiera, di una simile e discutibile location, (i nomi non si possono fare anche perché fonti di notizie ufficiose), alla fine o non vengono o dirottano sulla Forte Arena di Pula.

Magari per esibizioni-monologo come quella di ieri sera di Enrico Brignano o quella di Luglio di Beppe Grillo può anche andare bene anche se si spera sempre si riesca, prima o poi, di costruirne una degna per questa città meravigliosa.

Riuscirà la Politica a trovare sincronismo e dare alla città un degno Teatro asseribile come Arena sia estiva sia invernale?

 

Enricomincio da me Unplugged iniziava con una voce fuoricampo, poi inascoltata, sul cosa si potesse fare e non.

Fare fotografie o filmati era vietato; piuttosto, improbabile che ciò accada.

Ma Graham Dugoni, un ragazzo statunitense, ha inventato ciò che le Star della musica stanno iniziando ad imporre ai propri spettacoli.

Nel 2017 il comico Chris Rock

Embed from Getty Images

aveva imposto questa tecnologia per riservare la sua arte a chi la voleva registrare, fotografare.

Anche se la filosofia era quella che lo spettatore avrebbe dovuto portare attenzione a ciò che vedeva, sentiva, piuttosto che al suo smartphone.

152203214 c7f8a68f 72b7 4a43 b90d ef827c435a27Questo ragazzo Statunitense di Portland ha inventato un semplice tecnologia che potrebbe sembrare una custodia ma che è un sacchetto di neoprene che isola l’apparecchiatura elettronica rendendola inultilizzabile sinchè la stessa rimarrà custodita al suo interno. 

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LO SPETTACOLO DI ENRICO

Non potevamo accogliervi in uno spazio migliore dove qui una volta tanto tempo fa non c’era niente e continua a non esserci niente; dove tutto sembra abbandonato, dove una volta c’erano i…… romani. Modo migliore di darvi piacere non potevamo con queste magnifiche poltrone in velluto plastificato che hanno una storia che risale a troppo tempo fa, ma visto che dobbiamo stare assieme sette ore, accontentatevi.

Brignano ha portato in scena la sua carriera dall’inizio da giovane figlio di Dragona, ridente borgata romana dove nel 1957 Federico Fellini girò gli esterni delle “Notti di Cabiria“.

I ricordi della sua infanzia, da quando la mamma lo svegliava alle 5 e mezza della mattina al padre che lo stimolava ad andare a “scola” minacciandolo di strappargli le braccia e usarle per menarlo. Andava al Capolinea al 04 barrato che lo avrebbe portato da Dragona ad Acilia e poi a Roma. Lui da “borgataro” diventava “Capitalista” nella città eterna. Brignano trasformava il treno nel suo palco, da cui doveva scendere con una standing ovazion. E ci doveva essere, improrogabilmente ad Acilia, prima di scendere, necessitava dell’applauso del pubblico.

Brignano spiega una regola che è bene rispettare: non andare da soli sul palco, mai.

Il suo caso era quello in cui lui investiva sulla sua futura carriera pagando un ragazzo con dieci mila lire che avrebbe dovuto istigarlo per dare lo spettacolo sul treno. Il suo spacca ghiaccio erano le imitazioni, soprattutto dei politici; iniziava con Amintore Fanfani, già Senatore a vita da ragazzino. Per poi continuare con un altro politico di cui non voleva fare il nome, solo in cognome, Andreotti, anche lui, come Fanfani, del partito dallo Scudo crociato, la Democrazia Cristiana. Un uomo che non aveva la gobba come si diceva, ma era la scatola nera che stanno ancora tentando di codificare. E poi Sandro Pertini, Papa Giovanni Paolo II, il presentatore Corrado Mantoni che presentava Ornella Vanoni, Franco Califano, Lando Fiorini, Aldo Fabrizi, Paolo Panelli, Renato Rachel. E doveva scendeva dal treno proprio in corrispondenza della fine dell’esibizione di Rachel; ma non arrivò l’applauso e riprese a fare il finale della parte di Rachel, ma l’applauso del pubblico non arrivava e dovette fare tutto il giro delle fermate per tornare a casa alle cinque del pomeriggio!

Ma un giorno un aereo piper di colore rosso volava a quota bassa su Roma e da quell’aereo volarono giù dei volantini, arrivò la manna dal cielo,  che dicevano: “Ehi tu, vuoi avere successo nella vita? Vuoi diventare un attore completo? E allora è arrivato il tuo momento, non indugiare, non perdere tempo, cerchiamo giovani allievi, attori per il nuovo laboratorio di esercitazione sceniche diretto da Luigi Proietti, noto Giggi.

E lo presero, l’avevano preso.

Comunicarlo alla famiglia fu davvero difficile, soprattutto perché fece uno scherzo.

Si nascose nel retrobottega del padre, nascosto in mezzo alle patate e poi puff, all’improvviso  sbucò fuori e disse

m’hanno preso“.

Ma il dubbio di chi lo aveva preso era vago, si pensava l’avesse preso la polizia. Ed invece era stato Luigi Proietti noto Giggi.

Ma perché non ti droghi come tuo fratello? Disgraziato delinquente. Due anni, anzi un biennio, con Gigi Proietti.

“Ciao” disse Gigi, e lui congelato dall’emozione non riuscì a proferire parola. Tu devi fare fisioterapia? E la fece. Poi tornò e si mise al passo con gli altri, a leggere i primi libri, ad aprire i primi libri perchè lui non sapeva che i libri si aprissero senza farli deprezzare e poi venderli a settembre dell’anno dopo.

I racconti dell’attore, dell’idea che esserlo, soprattutto per sua madre, che non era un lavoro, ancora oggi. Il suo rapporto con Lei, che considera il suo come  “fare il buffone” in giro; mentre il fratello si che ha un vero lavoro, in Comune, che anche quando va al lavoro viene dalla mamma, lui si si che è affezionato. Con te invece ti devo vedere in televisione”

 

Un giocare sulle rime, sulle parole, un continuo far sorridere il pubblico che con lui ha giocato sui doppi sensi, una vera e propria esasperazione del doppio sensismo. Molto divertente.

Serata divertente e spensierata con un divo del piccolo schermo che, curiosamente, come Beppe Grillo, concludeva il tour estivo proprio a Cagliari.

A dire la mia, alla fine, anche a causa delle poltrone in finto velluto plastificato non troppo comode, forse il monologo era un po’ troppo lungo, magari un’ora e trenta sarebbe stata sufficiente.

Ma, come dico sempre, opinionem discutibilim est, ogni idea e opinione è sempre opinabile, nel rispetto delle idee, questa è la mia

 

Si ringrazia Riccardo Sgualdini dell’Ufficio stampa VOX DAY per la gentile concessione dell’accredito stampa

 

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