“Sono apparso a San Gennaro”: uno spettacolo corale scritto a quattro mani da Federico Salvatore e Mario Brancaccio
Lo spettacolo, andato in scena dal 27 al 30 ottobre al Teatro Cilea, ha riscosso il gradimento del pubblico che ha tributato il giusto applauso ad un uomo che ha scritto e scrive rinverdendo la tradizione del grande teatro cabaret; nello spettacolo con la regìa di Bruno Garofalo, però, c’è più di un onemanshow che coinvolge una compagnia di tutto rispetto, che va da Lello Giulivo a Patrizia Spinosi, da Mario Brancaccio a Oscarino Di Mario, da Gennaro Monti a Francesco Viglietti, da Simona Esposito a Nicola D’Ortona, e infine Luisanna Taranto, Antonio De Francesco e Tonia Carbone.
Un copione che ha portato in scena una vicenda strutturata in cui i personaggi giocano il gioco della Vita tra povertà, precariato, passioni, amori infelici, sorrisi, tristezze e tanta musica, quella di Federico Salvatore che resta, però, quasi defilato riservando a sè il ruolo del filosofo, mentre ad altre voci affida i suoi brani storici (da “Ninna nanna” a “Incidente al Vomero”mentre ai personaggi di Maria ed Amalia tocca riportare in auge uno dei brani più amabili e simpatici del suo repertorio, “Nun pozzo parlà!” peraltro sempre attualissimo). Anche nel ruolo di Salvatore, nei suoi interventi nell’azione scenica, si rivela un approfondito lavoro di scrittura che avvicina, con le dovute e debite differenze, la figura del clochard -che inveisce contro Garibaldi e l’Unità d’Italia- a quella di Don Ersilio, il maestro di Vita del vicolo, interprete di uno dei più noti episodi del film “L’Oro di Napoli” che ebbe il volto di Eduardo.
Bisognerà attendere il colpo di scena finale (che non vi sveliamo) per comprendere appieno il senso un pò paradossale del titolo di questo spettacolo assai godibile e molto curato.