Nella serata del I° Novembre c.a., Villa Andrea D’Isernia ha ospitato la sfilata del pluripremiato e giovane fashion designer Ferdinand (al secolo Ferdinando Borrelli).
In una location dalla bellezza mozzafiato modelli, alla presenza di addetti ai lavori (tra cui Nino Lettieri,Margherita Mazzei, Anna Paparone), giovani in stile “chic and choc” e con l’immancabile glamour delle signore che conoscono il talento dello stilista fin da quando si occupava della confezione di abiti da ballo dell’azienda di famiglia, si è svolta una sfilata che ha conquistato pubblico e stampa (Annamaria Ghedina, Linda Suarez, Francesca Scognamiglio, Reika Hinch per citarne alcuni). Organizzata da Giorgio Attanasio (fotografo di moda, che da tempo collabora con Ferdinand) e presentata da Paola Mercurio, impeccabile e precisa, la sfilata si è sviluppata su quattro temi; il primo, ispirato a Parigi, coniugava il rosso prima, il nero poi mentre Annalisa Martinese accompagnava l’ingresso di pizzi e drappeggi sui fianchi -spaziando dal corto al lungo e con un uso giustamente misurato di piume e paillettes- con dei brani bellissimi, tratti da “Anime in viaggio” (progetto musicale che traduce in francese alcuni dei più bei classici del canzoniere napoletano). Gli abiti in rosso hanno colpito l’attenzione delle signore, il nero è un classico; ma il talento di Ferdinand sta proprio nel reinterpretarlo, osando anche la rouche. Abiti, i suoi, che si spogliano attraverso il connubio di trasparenze e gonne sovrapposte. Il secondo tema ci porta in Oriente, con acconciature che ricordano le geishe e con tessuti che consentono un meraviglioso gioco tra colori vivaci e variopinte stampe ad ispirazione floreale; questa collezione va ben oltre l’abito elegante, il mix rasenta la perfezione nelle morbidezze delle gonne ma anche nei volumi dei pantaloni palazzo che sfidano, attraverso il fisico filiforme delle modelle in passerella, i giallo acido, i lilla, i glicine e i pesca del tessuto tinta unita. “Nude armature”, terzo tema della sfilata, presenta un profondo studio, una grande ricerca sui tessuti impiegati, in buona sostanza essa palesa una grande conoscenza -da parte dello stilista- del materiale usato: spacchi vertiginosi che svelano hot pants, nude look senza volgarità, lucido e satin sovrapposti a creare contrasti sorprendenti, con capi che vestono prima e sanno trasformarsi in altro, poi. Corpetti lucidi su ampi pantaloni cipria, georgette che guarnisce, le tasche nella gonna vaporosa -artificio che non tutti possono osare nè indossare- ; e sempre, i capi di ferdinand rivelano una cura quasi maniacale dei particolari. Infine, accompagnata dalla voce di Luna Palumbo, la regina delle sfilate: l’abito da sposa. La sposa di Ferdinand sovverte tutti gli schemi, sfilando in primis con un abito rosa e, a seguire, pizzo chantilly, mantiglie asimmetriche a sostituzione del velo classico, acconciature che rimandano ai profumi e alle atmosfere di Smirne; anche con la sposa, lo stilista gioca con perline e piume, nascondendo il tulle sotto la ricchezza di tagli audaci. Assolutamente innovativa, come si evince chiaramente dall’ultimo modello della sfilata: una tuta stretch, tutta pizzo e trasparenze, abbinata ad un capospalla in raso, rouches e strascico da fiaba.
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Sfilata abiti da sposa Ferdinand
filata Ferdinand