Il 10 novembre alle ore 20.30 si è tenuto presso il Teatro Carlo Felice di Genova, “la Nona Sinfonia di Beethoven”.
La Nona fa parte di quel gruppo di composizioni beethoveniane in cui il musicista, giunto alle supreme vette tecniche ed espressive tramandate fino ad allora, cerca un mondo nuovo spezzando le barriere della tradizione alla conquista di nuove possibilità di espressione e crea un capolavoro del tardo stile, estasi dinanzi al mistero dell’assoluto.
Beethoven costruisce una grandiosa doppia fuga, culmine di questa titanica sinfonia che si conclude con una novità formale, finale con voci sole e coro, un inno di gioia e di fiducia nell’uomo.
Tutto questo…nella sordità causata dalla completa atrofia del nervo acustico. Sventura, tormenti, crisi terribili di sconforto non impediscono all’artista di far emergere il suo naturale ottimismo sublimato in amore ideale per l’intera umanità. Per questa ragione l’Inno alla Gioia della Nona Sinfonia è l’attuale inno europeo che è stato adottato dal Consiglio d’Europa nel 1972 e utilizzato dall’Unione Europea dal 1986.
L’opera, la cui prima esecuzione avvenne al Theater an der Wien di Vienna il 7 maggio del 1824 è composta da quattro movimenti:
Allegro ma non troppo, un poco maestoso
Molto vivace
Adagio molto cantabile (si bemolle maggiore)
Presto (fa maggiore) – Allegro assai (re maggiore) – Recitativo per baritono: O Freunde, nicht diese Töne (fa maggiore) – Coro Freunde, schöner Götterfunken (Allegro assai – re maggiore).
Un finale di grande impatto emotivo, con l’orchestra che liberata da ogni limitazione del direttore, ha sfoderato tutte le sue potenzialità timbriche e dinamiche. Applausi intensi e appassionati -fuori tempo, ad ogni movimento.
Un pubblico delle grandi occasioni, che ha ampiamente applaudito la direzione del brillante direttore d’orchestra, la compagine dell’orchestra e del coro del teatro, impegnata in una esecuzione tra le più complesse del repertorio ottocentesco sinfonico,animando platea e loggione con un pubblico attento e molto caloroso.
Patrizia Gallina
(Foto di Marcello Orselli)