Presentato in anteprima il 31 maggio al Nuovo Teatro Sancarluccio il nuovo corto-cinematografico di Rosalia Porcaro intitolato ‘Mamma’ scritto, diretto ed interpretato dall’attrice.
L’ultimo evento della rassegna Maggio d’Arte del Sancarluccio è un aperi-cinema, un frugale aperitivo prima della proiezione dell’ultimo corto realizzato dall’attrice, preceduto dalla visione dei due corti precedenti ‘La velina’ e ‘Ti amo Godzilla’.
L’attrice dopo aver lavorato in teatro ha seguito la sua passione per la scrittura, dando vita al personaggio di Veronica l’operaia della fabbrica di borze che l’ha resa una beniamina del pubblico televisivo, attestandola come comica a tutto tondo.
Il talento per la sceneggiatura l’ha portata alla scrittura di un primo corto-cinematografico realizzato nel 2003 con Angela Luce come coprotagonista intitolato ‘La velina’ con la regia di Giuseppe Sollazzo, che gli è valso il premio Fice 2003 Visioni Italiane di Bologna. Il contrasto tra madre e figlia, dove alle velleità di quest’ultima nel voler aspirare a fare la velina, uno status che in quegli anni significava aver raggiunto il successo, è contrapposta lo scherno della madre esortandola a non lasciare il posto fisso di lavoro, ovvero la prostituta. Un sottile gioco di ironia, dove ciò che veniva considerato da molti come dequalificante come fare la velina, viene qui proposto come scappatoia da una vita condannata per sempre all’abbrutimento.
Il secondo corto del 2005 ‘Ti amo Godzilla’ è il primo scritto, diretto ed interpretato dalla Porcaro con un’altra figura femminile interpretata da Stefania Orsola Garello e le splendide musiche di Enzo Gragnaniello. Un’amante con le crisi di coscienza che le fanno materializzare lo spettro della moglie tradita, commettendo una serie di gaffes durante l’immaginario dialogo.
L’ultimo corto realizzato nel 2015 e proiettato in anteprima ha il titolo ‘Mamma’, prodotto dall’Associazione Culturale Eventi Mediterranei, con la sceneggiatura, regia ed interpretazione di Rosalia Porcaro, questa volta affiancata da tre bambini sulla scena, dei quali uno è il proprio figlio Carlo Andrea. Un monologo dove una donna, che è anche una moglie ed una madre, parla al proprio uomo che sta andando via, dove viene fuori la qualità interpretativa dell’attrice, una prova di intensità che convince.
Al termine delle proiezioni una intervista curata da Gianmarco Cesario, dove l’attrice parla del passaggio da attrice a comica ed infine a regista di corti, dove il prossimo passo è quello del lungometraggio. La motivazione della scelta è dovuta alla scarsità di donne che scrivono per il cinema e teatro, preferendo scrivere direttamente i ruoli da interpretare.
Durante il colloquiale dialogo, sono stati toccati punti che riguardano gli stereotipi della donna, con particolare riferimento all’ultimo femminicidio avvenuto, dove le è stato chiesto se l’ironia femminile può aiutare a fermare questo problema. La Porcaro puntualizza che la cultura può aiutare a crescere ed uscire da questa disparità, dovuta alla determinazione di ruoli che sembrano così distanti, con la donna vista ancora in un certo modo, dove è pertanto difficile sradicare dello stereotipo femminile.
Il quadro che ne è uscito è quella di una autrice che ha seguito l’attrice nel suo percorso artistico, che però sta emergendo sempre di più, dovuta ad una maturità personale ed artistica, con l’esigenza di interpretazione di personaggi femminili attraverso una visione distorta della realtà, che è una caratteristica della sottile ironia e denuncia che la Porcaro porta avanti.
Al termine dell’incontro l’artista regala qualche battuta del personaggio di Veronica, richiesta dai presenti a gran voce perché molto amato dal pubblico.