“Mi chiamo Lina Sastri”: un mosaico composto con tessere di vita


Debutta al Teatro Trianon Viviani il nuovo spettacolo di musica e parole di Lina Sastri

Scritto e diretto da Lina Sastri, questo spettacolo resterà in cartellone al Teatro Trianon fino al 19 gennaio e consta di un viaggio tra le note della musica napoletana, contestualizzate in uno spazio che è quello scenico -ideato e realizzato con grande acume da Alessandro Kokocinski– e in un tempo che è quello delle emozioni della Sastri.

I colori caldi invadono il palco durante il primo tempo e le luci sono molto di più che un contrappunto all’azione scenica, al talento, all’energia dell’interprete; hanno la funzione di un altro personaggio in scena, che attraverso le sculture e il loro movimento, fanno da spalla ai ruoli in cui la Sastri si incarna, in una sorta di dialogo muto.

Le scarpe gettate in un angolo del palcoscenico sono una chiave che apre molte porte, consentendo all’attrice di svelare il corpo, fasciato di rosso, attraverso i guizzi i salti le movenze dei suoi piedi nudi (Madonna de lu Carmine, Tammurriata nera), le facilitano l’ingresso in scena nel secondo tempo, in cui cambiano i colori e il cromatismo si attenua, virando sul bianco e nero minimale della mise e, infine, le permettono di portare in scena una figura complessa e controversa come “Filumena” (il monologo della Madonna delle Rose), della quale ne indica

la grandezza, nelle sue tante luci ed ombre, nel suo essere bene e male insieme

L’omaggio a Eduardo si veste di ricordi (attrice giovane con Eduardo, il ruolo di Filumena con Luca per la regìa di Rosi), commozione, monologhi e brani come “Uocchie ca arraggiunate”, la presenza di Pino Daniele non si limita a “Assaje”, Lazzari felici” e “Chi tene ‘o mare” ma regala al pubblico una “Sud scavame ‘a fossa” (decisamente lontana dalla versione che il cantautore ne fece live nel 1983) alla quale Lina Sastri fa il dono di un abito nuovo, con un’interpretazione che rende giustizia al testo, eversivo e polemico.

La chitarra di Filippo D’Allio trova uno dei suoi momenti più alti nell’esecuzione di “Core ‘ngrato”, il contrabbasso di Antonello Buonocore non perde un colpo, Salvatore Minale alle percussioni si pone spesso al centro della scena con tammorra e cembali, Salvatore Piedepalumbo si alterna tra fisarmonica e tastiere e il violino di Gennaro Desiderio dà corpo e intensità a molti brani della tradizione classica del canzoniere napoletano.

Due chiamate in scena e due bis per questo spettacolo prodotto da Ente Teatro cronaca Vesuvioteatro: ancora Pino con “Napule è” e una elettrizzante “O guarracino” che ha incontrato il gradimento del pubblico.

ph: Luigi Maffettone

 

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