L’evento che vede al centro Napoli si svolge nei padiglioni della Mostra d’Oltremare
Il primo week end dedicato all’incontro delle culture in terra partenopea si svolge dal dal 30 giugno al 2 luglio e sarà seguito da altre tre date, nel fine settimana dal 7 al 9 luglio.
Buona l’organizzazione, contenuti i prezzi, sono previsti anche sconti per i bambini, proprio per agevolare le famiglie e consentire -a chi non è uno sperimentatore gastronomico- di avvicinarsi alla cultura di paesi lontani. L’idea di creare ad hoc un percorso che consenta il contatto tra il visitatore e un paese, la sua cultura, le sue tradizioni e le sue abitudini alimentari, non può essere esaustivo ma è certamente foriero di molti spunti di riflessione e probabilmente susciterà in molti la curiosità di approfondire, autonomamente, le domande a cui non sempre si riesce a trovare risposta, per la smania di riuscire a vedere tutto.
Il primo luogo che il viaggiatore incontra è proprio Napoli, con il folklore, la pizza, i panni stesi e gli abitanti del vicolo ma soprattutto con le sue eccellenze culinarie e artigianali:
“Le favole seriche” di San Leucio con i costumi d’epoca borbonica e i suoi manufatti, le ricette di Apicio riproposte nella Caupona di Lucio Vetuzio Placido in una Pompei che non aveva ancora conosciuto la furia distruttiva del Vesuvio, le frasi meravigliose che Stendhal, Goethe, Elsa Morante hanno dedicato al microcosmo partenopeo. E soprattutto il palco, con la musica, la maschera napoletana per eccellenza e la tradizione del canzoniere partenopeo.
Il padiglione latino americano ha stupito con i suoi spettacoli e ha accolto tanti filoni, dal ristorante argentino alle esibizioni dei ballerini brasiliani, dalla salsa ai mariachi.
Il padiglione giapponese ha offerto ben due aspetti della sua millenaria cultura, sviluppandosi tra il Giappone antico e quello moderno; i manga storici, i videogiochi ma anche la passione per i giochi da tavolo, molto ben rappresentati dall’ associazione ludica Arcadia, che ha allestito tavoli a disposizione dei visitatori per testare i giochi. Nel mezzo, il palco con la cerimonia del te, con i suoi gesti lenti e misurati, talmente carichi di storia che il pubblico si è seduto e ha osservato in silenzio, mentre qualcuno sperimentava l’incontro con i maestri Zen e qualcun altro cercava di far pace con il sushi e il sashimi, tra logogrammi e karesansui.
Numerosa la presenza dei paesi asiatici (India, Vietnam, Sri Lanka) con stand di artigianato e angoli per consumare i pasti tipici; la zona de Le mille e una notte propone dolciumi e profumi speziati, tende e cuscini sui quali fumare il narghilè; il festival country con poco spazio dedicato ai Nativi è stato molto gettonato per la presenza dei tori meccanici,
mentre la Spagna ha trasformato la zona della Fontana dell’ Esedra in un tablao flamenco con annesso ristorante e l’immancabile paella.
Notevole lo spazio occupato anche dal Festival celtico e dagli stands gastronomici dell’Irlanda, tra gruppi, danze e l’accampamento dove si svolge la cerimonia del matrimonio celtico e il tiro con l’arco.
Il resto è musica, colori, lo spettacolo delle fontane danzanti, previsto sempre verso la mezzanotte e il lancio dei palloncini beneauguranti.