Incanta l’Arena Flegrea sotto un cielo stellato: Rufus Wainwright
Rufus è definito un’artista eclettico dalla genuina originalità, autore di successo in ambito sia classico che moderno, apprezzato da varie generazioni, due anni fa ha ebbe modo di farsi conoscere al pubblico italiano attraverso il Festival di Sanremo.
Cantautore statunitense e figlio d’arte, nasce nel 1973 da Loudon Wainwright III e Kate McGarrigle, ha uno stile pop e baroque pop, (ovvero contenente elementi di musica classica), a 6 anni inizia a suonare il pianoforte e a 13 era in tour con la sorella Martha, la madre e la zia.
Si fa conoscere nel circuito di Montreal, creandosi alcuni contatti che nel 1998 gli permettono di incidere il primo disco “Rufus Wainwright” seguito da “Poses“, acclamati entrambi dalla critica; ma è con i due dischi “Want One” e “Want Two” che acquista un pò di notorietà.
Ieri sera si presenta per la prima volta al popolo napoletano con voce, piano, chitarra e il suo show “Intimate Judy” in omaggio a Judy Garland.
Fra i pezzi più conosciuti e apprezzati dal pubblico: “Somewhere Over the Raimbow“, “Get Happy“,”The trolley song“, “Stormy weather“, “Cigarettes and Chocolate Milk“.
Ma anche “Hallelujah” del celebre Leonard Cohen e “Pretty things” duettando con l’amica e cantautrice italiana Emma Marrone, con cui già nel 2014 ha condiviso vari palchi, che sembra essere seguita da un bel numero di fans che molto delicatamente lascia l’Arena subito dopo la performance dei due artisti.
Emma la troviamo in un look molto “safari” camicia e gonna sotto al ginocchio, capelli raccolti. Wainwright, jeans e T-Shirt a righe, enome sciarpa che cade sul petto, che ci ricorda gli artisti folk americani, proprio come i genitori.