Dall’ opera di Victor Hugo giungono domande ancora attuali
Nell’ ambito del Maggio d’ arte, manifestazione che innesta teatro, musica e danza, il Nuovo teatro San Carluccio propone il 6 maggio c.a. “Condannato a morte. The punk version” di Davide Sacco.
Il giovane commediografo si cimenta con questo testo ottocentesco e con il padre del Romanticismo, quel Victor Hugo che fu, da sempre, voce in patria e in esilio, a difesa dei diritti umani e che, proprio con la vicenda del prigioniero del carcere di Bicetre, mosse, attraverso il racconto delle sei settimane che separano l’ uomo dal patibolo, una critica dagli intenti audaci per la Francia del XIX nei confronti della pena capitale.
Ciò che giganteggia, nell’ opera, è il vissuto emotivo del personaggio principale di cui volutamente non si conosce il nome né il reato, per essere scevri da qualunque partigianeria mentre davanti agli occhi del lettore -ma anche dello spettatore- scorrono i suoi ultimi giorni di vita densi di angoscia, di paura e dell’ ansia dell’ attesa. L’ impegnativo ruolo è stato affidato a Orazio Cerino che recita indossando un chiodo borchiato e che -forse- non sarà l’ unico elemento punk della pièce.
Per la tematica trattata, l’ opera ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International; “per il bene dello Stato” qui si invoca la pena di morte, per il bene delle nostre coscienze, invece, è il caso di uscire dal quel torpore in cui abbiamo smesso di farci domande.