Parte la rassegna dedicata alle riviste illustrate tra Ottocento e Novecento
Dal 1° marzo fino al 31 maggio 2015 il Comune di Lecco dà il via ad un’ affascinante iniziativa, per chi ama la satira, per chi crede nella possibilità di esprimere ancora la propria opinione, per tutti quelli che non sanno rinunciare allo sberleffo e allo sghignazzo. Non a caso, infatti, il Comune ha dedicato tale mostra a Cabu, Charb, Tignous e alle vittime di Charlie Hebdo.
Lo spazio espositivo, situato nel Palazzo delle Paure diretto da Barbara Cattaneo, è stato curato da Simone Soldini e Chiara Gatti insieme a Michel Dixmier e mira ad approfondire il tema dell’illustrazione satirica attraverso le vicende delle maggiori riviste anarchiche europee, a cavallo fra Otto e Novecento. Letteratura e pittura, dunque, a servizio della rivoluzione, di quell’anarchia che si diffondeva come valore culturale, non solo politico, e grandi firme a servizio di testate satiriche per mandare un messaggio forte ad un Europa che non cessava di vedere addensarsi sulla sua testa quei venti di guerra che ne segnarono la storia per diversi decenni.
Circa settanta gli esemplari d’epoca esposti, pubblicati su Les Temps Nouveaux, Il Pasquino, Le Père Peinard, L’ Asino, etc., i cui temi principali furono il contrasto con la Chiesa, la lotta al Capitalismo, l’ aspra critica al militarismo imperante dell’ epoca attraverso l’ironia e attraverso il rapporto tra immagini forti e colorate e testi volutamente sintetici. Va detto, poi, che tale iniziativa rientra nell’ambito di un progetto ben più ampio intitolato Addio Lugano bella. Anarchia fra arte e storia e che, allestita contemporaneamente fra Italia e Svizzera, vede impegnato anche il Museo d’arte Mendrisio.
In questa sede, il percorso espositivo è diviso in 13 sezioni e prende l’avvio dal soggiorno in Ticino (a Locarno) di Bakunin per arrivare al primo ventennio del Novecento; tra le opere esposte va rimarcato che ci saranno i grandi studi preparatori di Giuseppe Pellizza da Volpedo per il suo Quarto Stato e il Ritratto di Proudhon di Gustave Courbet. Un pezzo di storia, dunque, a cavallo tra Italia e Svizzera che ci viene amabilmente riconsegnato attraverso uno sbaffo di inchiostro, una risata amara.
photo: newssardegna.it