Dal 15 al 18 settembre la mostra fotografica a cura di Daniella Wollmann con il patrocinio del Comune di Napoli.
Si è svolta nell’antisala dei Baroni presso il Maschio Angioino, grazie all’appoggio dell’ Assessorato al Turismo, un’interessante mostra fotografica di Rosa Schiano. Sono intervenuti all’inaugurazione il sindaco De Magistris, sempre sensibile alla questione palestinese , l’assessore Nino Daniele, Sandro Fucito e Maite Iervolino.
Per quelli che quotidianamente seguono la questione israelo-palestinese Rosa Schiano è molto nota; a chi invece attinge su quest’argomento solo dai media tradizionali,vi illumino. La Schiano è una giovane napoletana che fa parte -da novembre 2011- dell’ISM, International Solidarity Movement, organizzazione fondata nel 2001 da attivisti palestinesi, statunitensi e israeliani. L’intento è quello di denunciare il continuo stato di Apartheid in cui versa la Palestina e in particolare la Striscia di Gaza.
Nei suoi due anni di permanenza in quei territori, lei ha fatto cronaca grazie alle foto e alla sua testimonianza in realtime attraverso facebook, twitter, etc. Comunicare la verità è diventato il suo mantra: momenti di vita quotidiana, di particolari tensioni o misfatti, la Schiano ha cercato di dare voce a chi non ha voce, denunciando il massacro legale di donne, uomini, bambini, anziani. Vite spezzate, vite reali, carne ed ossa: case, ospedali, scuole e persino cimiteri bombardati. Anche se le immagini sono forti, il mondo deve sapere ciò che avviene: una sistematica mattanza volta allo sterminio di un popolo o alla sua totale sottomissione. Da Gaza non si può scappare.
Risponde con un sorriso dolce, questa donna sensibile e riservata che seguo da due anni nel suo difficile viaggio in quelle terre, quando l’avvicino. E’ uno degli effetti dei social. Una sorta di missione, la sua, e glielo si legge negli occhi, colmi di un dolore che non vogliono dimenticare.
Come stai ? Come hai vissuto stando in Italia quello che è successo nei 50 e più giorni di guerra unilaterale e di quello che ne seguito? (2150 palestinesi e 73 israeliani le vittime)
Lei guarda una delle sue foto in bianco e nero ( un giovane con un bimbo in braccio) e a capo chino mi dice: ”sai quello era un mio amico ed è stato ucciso. Persone con le quali ho condiviso due anni della mia vita, che mi accompagnavano, bambini compresi; quanti che conoscevo sono morti. Popolazione civile e indifesa“.
Pensi di ritornare a breve ?
Ho già ripresentato i documenti per potervi ritornare ma come sai non è facile. Il Sinai egiziano è chiuso ai giornalisti e il valico di Rafah con l’Egitto, funziona a singhiozzo. L’Egitto purtroppo gioca un ruolo subdolo da sempre in questo conflitto. Apre e chiude il varco all’improvviso; bloccando il passaggio di persone, merci e speranze. Gaza notoriamente è la più grande prigione a cielo aperto,come dicono i Gazawi e chi la conosce.
Come vedi la situazione attuale? Voglio dire i presupposti imposti dall’ultimo cessate il fuoco erano :apertura dei valichi per ingressi umanitari,ampliamento del migliaggio entro il quale poter pescare,costruzione del porto e aeroporto a Gaza..si sta facendo ?
No, nulla di tutto questo come ben saprai. Più volte dopo il cessate il fuoco i pescatori sono stati sparati. Del porto e aeroporto non se ne parla. E sugli aiuti umanitari, glissiamo. La condanna dei Gazawi è che chi gli ha distrutto le case, mietendo morti, saranno gli stessi che si occuperanno della ricostruzione (costo totale stimato di circa 7,8 miliardi di dollari) . Prima li ammazzano e poi investono, arricchendosi con i materiali per la ricostruzione che sono di provenienza israeliana.
Che sentore hai?
Che covi il fuoco sotto la cenere. Non appena accadrà qualcosa da parte palestinese sarà un ripetersi di ingiustizie. Mentre ora tutto tace sui misfatti che Israele sta continuando a perpetrare. All’improvviso si accenderanno di nuovo i riflettori e diranno di nuovo: “Hamas usa la popolazione come schermi,Gaza non ha rispettato il cessate il fuoco e cosi via”.
Nel seguirti notavo un accanimento talvolta feroce nei tuoi riguardi da parte dei filo sionisti israeliani. Si sottolinea “sionisti” perché anche in Israele (tra cui esponenti importanti ) come nel resto del mondo si condanna ciò che fa il governo. Non ebrei o israeliani. Costoro hanno una rabbia e un linguaggio forte, come ti difendi ?
Su twitter è più facile individuarli e bloccarli, su Facebook meno. Ormai pubblico ciò che mi scrivono, la mia difesa è diffondere ciò che succede, ciò che mi dicono.
Il cuore della Schiano è evidentemente lì con loro. Oltre le parole ha saputo trasmettere il dolore ma anche la semplicità del restare umani. Queste foto raccontano la semplicità dei gesti, dei sentimenti, l’accanimento della guerra e dell’apartheid. Una sorta di grande famiglia che ha bisogno di lei come portavoce perciò
Grazie Rosa ti auguro di ritornare presto a Gaza.
“We teach the life Sir” è il motto di un popolo che non si arrende e combatte con l’unica arma che possiede: l’amore per la propria terra, per la vita.
Fa sapere la curatrice della mostra che -grazie all’enorme interesse dimostrato dal pubblico- probabilmente la mostra si ripeterà a data da comunicare.