Un giorno all’improvviso di Eduardo Cocciardo al Nuovo Teatro Sancarluccio

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Anteprima nazionale dello spettacolo Un giorno all’improvviso di Eduardo Cocciardo al Nuovo Teatro Sancarluccio.

Per la rassegna Maggio D’Arte al Nuovo Teatro Sancarluccio il 19 maggio è andato in scena in anteprima nazionale lo spettacolo ‘Un giorno all’improvviso’ scritto diretto ed interpretato da Eduardo Cocciardo con Francesca Stizzo.

Già dalla presentazione del lavoro in conferenza stampa, Cocciardo ha stuzzicato la curiosità su questo spettacolo con le parole: ‘Un giorno all’improvviso è uno spettacolo sulle psicosi dell’amore contemporaneo, sugli squilibri e le insicurezze di un mondo sempre più in bilico, dove sembra accentuarsi la genetica incomunicabilità fra dimensione maschile e femminile. Uno spettacolo sperimentale e classico allo stesso tempo. Con due soli personaggi in scena, Sara e Luca, imprigionati in una sorta di non-luogo e di non-tempo, come Vladimiro ed Estragone di “Aspettando Godot”, e costretti così a confrontarsi e scontrarsi sul vero perché li abbia fatti improvvisamente incontrare e poi, altrettanto improvvisamente, separare. Il palcoscenico è un po’ una gabbia che li taglia fuori dalla realtà. Niente telefoni, tv, internet…l’uomo e la donna sono costretti a comunicare davvero, come cavie di un esperimento scientifico’.

In scena l’interesse non viene meno, come del resto il ritmo, molto serrato, con rallentamenti necessari a tenere il passo, i cui dialoghi molto ben costruiti, hanno il sapore di una sfida.

Un duello di fioretto dove gli antagonisti affondano parole per ritrovarsi essi stessi feriti, in un continuo capovolgimento del senso e della ragione, nel non-luogo che li costringe a denudare i loro sentimenti e le loro fragilità, cercando di comprendere la fine del loro rapporto.

Nel fluire dei ragionamenti, si colgono accuse, amarezze, desideri infranti, mentre parallelamente affiora la storia di un amore, dagli esordi fino al suo termine.

Cocciardo unisce nel dialogo sprazzi di un romanticismo sublime alla crudeltà del risentimento. In particolare nelle parole di Luca quando paragona Sara ad una ‘Stella cometa giunta nella mia vita ad illuminare ogni angolo, poi te ne sei andata spegnendo tutto, lasciandomi col naso all’insù guardando tra le stelle che non mi appartenevano’.

Una splendida Francesca Stizzo, la Sara superficiale e mutevole, riesce a parare e controbattere colpo su colpo, le argomentazioni nei dialoghi con Luca/Cocciardo, modulando voce e tempi, che catturano lo spettatore.

Una spietata rappresentazione di quello che oggi viene ancora chiamato amore, ma che si deforma sotto insicurezze, fragilità ed egoismi degli esseri umani.

Cocciardo cita Shakespeare e ne segue il coup de théâtre finale, che dà il senso della favola a tutto lo spettacolo e lasciando lo spettatore con una speranza, quella che in amore tutto può essere.

 

Fonte foto: Pasquale Fabrizio Amodeo

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