Valeria Parrella rielabora il mito di Orfeo ed Euridice
«Gluck, Anouilh, Cocteau per le scene, ma anche Bufalino, Pavese: ognuno ha una risposta diversa su quell’ ultimo voltarsi di Orfeo, sul perché lo fa. Ho scritto – conclude l’autrice – una novella che diventa un testo teatrale, una storia non realistica: piuttosto orientata alla filosofia e alla psicologia della perdita e dell’elaborazione del lutto».
Diretta da Davide Iodice, questa messa in scena è un’opera a tre voci in cui si lascia parola alla Parola; è, infatti, operazione complessa riuscire a rendere il canto di Orfeo, quel canto che seppe ammansire bestie e commuovere persino Plutone, con la Parola; secondo il regista, l’unica strada da tentare era restituire alla Parola il suo potere ipnotico.
“…un unico flusso sonoro, un concertato o un corale”