Errore 53: l’incubo dei possessori di iPhone

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Errore 53. Apple vuole obbligarci alle riparazioni esose?

Quella dell’Errore 53 è una chimera di cui Apple non sembra essere capace di liberarsi. Con esso, e con la recente scoperta del crash dovuto ad un malfunzionamento del calendario (quello, per fortuna, non può che avvenire per mezzo della volontà umana), la società di cupertino si trova nel bel mezzo di una tempesta mediatica in cui gli utenti, in primis, sembrano pronti ad imbracciare torce e forconi. Ma procediamo con ordine.

Che lo sappiate o meno nel corso degli ultimi mesi è venuto fuori che i nuovi iPhone 6 e 6s sarebbero vittime di un problema tecnico che ha già piegato migliaia di utenti, il succitato Errore 53. Cos’è? Si tratta fondamentalmente di un errore di origine ancora ignota che si verifica in moltissimi dispositivi (dei succitati modelli) di ritorno dall’assistenza tecnica, a patto che essa non sia stata fatta presso un centro Apple. In quel caso il cellulare si blocca irrimediabilmente, e pare non ci sia modo alcuno di sbloccarlo.

L’errore è noto praticamente sin dal lancio della nuova linea di iPhone, e la tempesta, nei mesi, non si è mai placata. A rincarare la dose, in ogni caso, ci ha recentemente pensato il prestigioso The Guardian, che interessatosi alla faccenda ha deciso di indagare su questo particolarissimo caso. Come evidenziato dal quotidiano, sembrerebbe che l’errore che causa l’inservibilità del dispositivo si presenti sui cellulari con iOS9, con addirittura un meccanismo di retroattività per cui, a prescindere che si sia effettuata la riparazione prima o dopo l’installazione del nuovo sistema operativo, il cellulare si blocca sempre e comunque.

L’idea che se n’è fatto il quotidiano, ma che forse sarà evidente anche a voi, è che Apple stia cercando di costruirsi un monopolio con mezzi fraudolenti obbligando, ipse facto, la riparazione solo ed esclusivamente presso i suoi centri assistenza, di sicuro più che qualificati al compito, ma con costi che spesso sono doppi (se non oltre) quelli della più abbordabile concorrenza. Apple, dal canto suo, ha solo recentemente deciso di dire la sua sulla questione, conscia evidentemente di non poter ignorare ANCHE l’accusa mossole dal The Guardian.

La società di Cupertino ha infatti chiarito che il problema è più complesso di come potrebbe apparire e risiede tutto in un errore che involontariamente si genera quando il sistema operativo (iOS 9) scansione la componentistica interna per verificarne l’integrità. In particolare iOS 9 si preoccupa dello stato di integrità e funzionamento del sensore di impronte digitali, e della componentistica ad esso associato. Poiché i dati relativi all’ID non sono presenti sulla nuova componentistica, quando viene effettuata la riparazione, suddetti dati vengono “riaccoppiati” facendo si che anche la componentistica nuova risulti in regola.

Ora, poiché la riparazione più comune è quella relativa allo schermo, e poiché lo schermo è strettamente legato al sensore di impronte digitali (che è posto in corrispondenza dell’arcinoto tasto circolare), ne viene da sé che non potendo un centro non autorizzato procedere al “riaccoppiamento” degli id, le parti sostituite del cellulare risultano non conformi e ciò causa il blocco del dispositivo.

Stando alle parole di Apple l’Errore 53 non sarebbe allora casuale, ma sarebbe una misura atta ad impedire che, in casi di emergenza, la manomissione del dispositivo di riconoscimento delle impronte non possa essere effettuata, e così il telefono non possa essere utilizzato da chi evidentemente non ne è proprietario.

Certo la questione, benché più chiara, resta comunque spinosa. Apple giustifica il tutto con un problema di sicurezza che è evidente e non può essere ignorato. La società di Cupertino, tuttavia, non pare intenzionata a rendere i prezzi dei propri servizi di assistenza più competitivi, restando in assoluto i più cari dell’intero mercato mobile. Se la situazione resterà questa anche negli anni a venire (ed è possibile che sia così) Apple avrà definitivamente trovato il modo di eliminare “legalmente” la concorrenza?

 

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