Peeple: dai il tuo voto alle persone


Vota, conosci e critica le persone che conosci via app! Questo è Peeple

Qualcuno dirà che era solo questione di tempo, ed in effetti guardando il modo in cui la “socializzazione” ha cambiato il modo di interfacciarsi al mondo grazie a Facebook e compagnia cantante, non risulta difficile credere che qualcuno abbia pensato a Peeple.

Ma che cos’è Peeple?

Si tratta di una applicazione per cellulari ed il suo funzionamento è del tutto simile ad app come TripAdvisor con la differenza che invece di un luogo, un ristorante o un’attrazione, ad essere votati sono stavolta gli esseri umani e, per la precisione, quelli con cui presumibilmente entriamo in contatto. L’idea, per quanto stravagante, non è del tutto inedita. Già qualche tempo fa in rete, e specialmente oltreoceano, ebbero un boom di popolarità i cosiddetti portali “ratemy”che, in pratica, si proponevano la stessa cosa ma solo per mezzo di un sistema a punti che permettesse di stilare una sorta di classifica sociale. Peeple è invece diverso, e per certi versi molto più subdolo e “borderline”.

E dunque, riprendendo l’esempio di TripAdvisor, Peeple, che è attualmente in fase di beta testing, permetterà di votare (con un massimo di stelle) e di commentare (diciamo pure “recensire”) le persone che ci circondano. Il problema è che non occorrerà essere iscritti per finire nel sistema dell’app perché basterà semplicemente che qualcuno decida di “recensirci” affinché si finisca per essere classificati.

Intendiamoci: Peeple non ruberà i vostri dati sensibili con sistemi fantascientifici, né utilizzerà informazioni pre-esistenti in rete senza il nostro consenso. Semplicemente basterà che qualcuno abbia voglia di dare un giudizio su di una persona affinché il suo nome e cognome (e presumibilmente poco più) creino un profilo “neutro”, senza possessore, affinché anche altre persone possano recensire quello stesso utente, a prescindere che egli sia iscritto o no al network. Basta possedere un numero di cellulare valido della persona che si vuole “recensire” ed essa verrà “schedata” dal sistema. Sarà a quel punto possibile scrivere sia recensioni positive che negative, anche se queste ultime saranno visibili solo nel caso in cui la persona sia volontariamente iscritta. In caso contrario solo le recensioni positive saranno leggibili dagli utenti, mentre le altre resteranno archiviate ed invisibili. Le creatrici dell’app, due amiche del cuore (Nicole McCullough e Julia Cordray), giurano che si farà grande attenzione affinché il tutto non diventi un ricettacolo per il cyberbullismo ma, ad essere onesti, non siamo sicuri che il tutto possa andare così come dovrebbe.

Rischio di cyberbullismo per Peeple

La McCollough e la Cordray vorrebbero arginare tutto ciò con un sistema di sicurezza semplice come l’obbligo dei 21 anni per chi vorrà scrivere una recensione, una dichiarazione di effettiva “conoscenza” della persona coinvolta ne nostro giudizio e la disponibilità di un account Facebook (chissà perché il mondo è convinto che un account su Facebook sia ormai sinonimo di “onestà”). Le due, in pratica, ci stanno dicendo che nel loro mondo ideale non esistono account fasulli su Facebook e che tutti quelli che ammettono di essere maggiorenni su internet, di fatto, lo sono… certo, come no!

Non serve molto a capire che il sistema è facilmente fallabile e che lo spettro di un comportamento scorretto aleggia già sull’intera struttura che, nonostante tutto, è stata già valutata ben 8 milioni di dollari. In realtà già applicazioni come TripAdvisor hanno mostrato i limiti imposti non dal caso, ma dall’idiozia umana, con persone che volutamente recensiscono in modo negativo alcune strutture (intaccandone talvolta in modo grave la percezione del pubblico) per motivi concorrenziali o di semplice scorrettezza morale, e siamo pertanto molto titubanti sulle garanzie offerteci dalle creatrici, palesemente incapaci di contrastare la cara vecchia cattiveria umana.

Come se non bastasse, il sistema, pur permettendo di contestare le recensioni negative, non offre all’utente che 48 ore di tempo per la contestazione, salvo poi pubblicare comunque il tutto online creando anche una certa fretta nelle persone che dovranno così continuamente prodigarsi di non essere diffamate in pubblico, a prescindere che lo meritino o meno.

Il futuro e scenari di Peeple

Peeple, insomma, vorrebbe rivoluzionare i rapporti umani, rendendo i giudizi delle persone (utili o sterili che siano) leggibili a tutti. Le creatrici, ad oggi, sembrano insensibili alle numerose critiche che utenti ed esperti di socialità stanno portando all’app, e sembrano più che mai intenzionate a proseguire per la loro strada che porterà il rilascio ufficiale dell’applicazione a fine novembre.

Quale che sia il futuro di questo servizio è presto per dirlo. Nelle intenzioni delle sue creatrici potrebbe diventare una piattaforma per cercare la persona giusta per la propria vita sentimentale o anche per inquadrare nel modo corretto dei futuri colleghi di lavoro o dei neo assunti. Certo, è molto difficile non immaginare gli scenari peggiori.

Qualcuno ha appena creato un modo per metterci sotto gli occhi degli altri, volenti o nolenti. Un sistema che trasformi i normali rapporti sociali (e ciò che normalmente ne consegue e che se si sviluppa nella nostra sfera privata: commenti, battute, apprezzamenti o meno) in qualcosa di cui fare bella mostra h24, e che per certi versi prescinde anche l’annullamento della privacy arrivato con Facebook facendo un diverso “salto di qualità”. Ma c’è qualità e qualità, così come dovrebbe essere gusto e cattivo gusto. Peeple per quanto ambizioso e certamente intrigante in termini sociologici è semplicemente qualcosa di cattivo gusto che fa leva sulla digitalizzazione degli individui mettendo a tutti, a prescindere dalla voglia o meno di fare parte del sistema, una certa ansia che, ad essere onesti, non serviva proprio a nessuno.

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