Giorgio La Pira e il suo rapporto con Paolo VI raccontato in un libro
Il libro di Giorgio La Pira “ Abbattere muri costruire ponti” a cura di Andrea Ricciardi ed Augusto D’ Angelo, di 896 pagine, edito nel 2015 dalle Edizioni San Paolo, ed acquistabile al prezzo di 35 euro, riporta varie lettere frutto di una fitta corrispondenza tenuta da Giorgio La Pira con Paolo VI, verso il quale nutriva un forte sentimento di amicizia; esse rappresentano una sorta di diario spirituale, culturale e politico ed affrontano argomenti di natura politica e seguono quelle scritte ai predecessori di Papa Montini (per es. a Pio XII, dal titolo “Beatissimo Padre” a cura di Andrea Riccardi ed Isabella Piersanti editi nel 2004 dalla Mondadori e quelle scritte a Giovanni XXIII “Il sogno di un tempo nuovo” a cura di Andrea Ricciardi e Augusto D’Angelo editi dalla San Paolo Cinisello Balsamo nel 2009).
Malgrado la sua ammirazione per il Sindaco “Santo”, questi non rispondeva mai direttamente alle sue lettere, ma lo faceva tramite i suoi collaboratori e rimase sempre in contatto diretto con il Pontefice, la cui amicizia risale al tempo in cui Montini era assistente della FUCI e, malgrado i buoni rapporti di amicizia, La Pira -quando scriveva le lettere- usava il termine “Beatissimo Padre” quale rispetto nel confronti del suo vecchio amico per il ruolo di successore di Pietro al soglio pontificio.
Sul piano caratteriale, La Pira e Paolo VI pur essendo diversi, presentano delle consonanze straordinarie e fondamentali, hanno un amore sconfinato per Dio che diviene amore sconfinato per l’umanità, ed entrambi li ritroviamo anche nella lucida capacità che sgorga nella Scrittura divenuta vita nella propria vita, e che impone ad entrambi la concretezza dell’analisi della concretezza della realtà umana e sociale, ed il conseguente impegno in azioni mirate a promuovere ad ogni livello la giustizia, la comunione e la pace.
La Pira morì nel 1977 all’età di 73 anni per problemi di salute ed il Pontefice di sette anni più grande rispose a due lettere a dimostrazione della vicinanza seppur spirituale per il vecchio amico.