Per UN AUTORE AL MESE: Intervista a Michele Massimo Casula, autore di PERDONARE SI PUO’ (anche dopo un trauma)

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Con “Perdonare si può – Anche dopo un trauma” (Piemme Edizioni) il coreografo e regista Michele Massimo Casula, noto anche come Il Regista delle Emozioni, si mette completamente a nudo offrendo al popolo dei lettori una storia dolorosa, ma al tempo stesso di rinascita.  Disponibile dal 17 Gennaio, il libro che segna l’esordio di Casula nel mondo letterario è una storia di resilienza e di riscatto.
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perdonare si puo
Dissidi e incomprensioni caratterizzano fin da subito la vita dell’autore. La sua è un’infanzia difficile segnata da una circostanza che appare come una ferita difficile da rimarginare. E’ la passione per la danza che lo aiuta ad andare avanti, ma proprio quando la sua vita sembra aver preso la giusta direzione, un evento fortemente invalidante finisce per stenderlo al tappeto. Rialzarsi sembra impossibile, ma un giorno, dal fondo più buio del baratro in cui è precipitato, Casula riesce a trovare una leva, uno strumento che gli restituisce voglia di ricominciare e che lo aiuta a rialzarsi. Quello strumento è il Perdono, perchè perdonare per l’autore non significa solo riconciliarsi con qualcuno, ma significa anche liberarsi di un dolore, tagliare in qualche modo i ponti col passato.
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Mi sono messo a scrivere per ricordare a me stesso nei giorni a seguire quanto potevo essere piccolo rispetto alla grandezza che mi era stata donata. Da quel giorno iniziai a pensare che avevo tante cose da perdonare e la cosa più difficile era proprio farlo con me stesso perchè, se con gli altri era facile, con me era quasi impossibile.

Dopo aver letto il suo libro, ho avuto modo di scambiare qualche chiacchiera con l’autore.

Per la rubrica UN AUTORE AL MESE,  intervista a MICHELE MASSIMO CASULA

  • “PERDONARE SI PUO’ – Anche dopo un trauma” è un libro che racconta una storia molto dolorosa. Alcune pagine sono un gancio dritto allo stomaco; suscitano rabbia e tenerezza per il piccolo Michelino e timori e speranze per Michele. Raccontare la tua storia, renderla pubblica, cosa ha rappresentato per te? Una sorta di catarsi, di liberazione? Quanto è stato doloroso ripercorrere tutto il vissuto e metterlo su carta? Perché hai voluto rendere pubblica la tua storia?

Ci sono voluti dodici anni per decidere di far uscire dal cassetto questo mio scritto. È nato per aiutarmi a trascendere quel dolore che hai ben descritto nella domanda. Un macigno nello stomaco che era giusto vomitare per poter riprendere a vivere. Forse un gesto egoistico, ma a fin di bene. Condividere la mia storia è solo un modo per rendere giustizia a mia madre e restituire a Michelino quell’attenzione di cui avrebbe avuto bisogno. Oggi non provo dolore, ma tenerezza e la rabbia è diventata forza. La stessa forza che auguro a chi come me vuole superare un suo trauma.

  • Se tu fossi nato oggi, la tua vita sarebbe andata diversamente o certe cose, a tuo avviso, non cambiano?

Non posso dirti come sarebbe stato nascere oggi. Forse peggio, o forse meglio. Quello che conosco è la realtà di come è andata e ti dirò che ringrazio per ogni giorno di sofferenza e oggi non cambierei nulla.

  • Ripensando a Michelino cosa gli diresti per aiutarlo a sentirsi maggiormente amato?

Michelino alla fin dei conti è quello che, nonostante tutto, ha saputo farsi amare. Vorrei piuttosto dire qualcosa al Michele adulto che nel dover affrontare il passato ha pensato di non riuscire a vedere il futuro. A quel Michele vorrei dare quell’abbraccio che meritava quando la vita ha voluto vederlo a terra.

Non capivo però per quale motivo, allo stato attuale, si palesasse uno scenario così ingiusto. Avevo già patito tanto in passato. Pensavo di meritare la felicità. Mi domandavo perchè avessi ancora bisogno di subire. Mi sentivo abbandonato a un destino crudele. Mi risulta ancora difficile riuscire a comprendere un disegno così ostile, iniziavo però a capire che avesse un messaggio preciso. Non lo vedevo, ma avevo fede.

Perdonare si può

  • Chi è Michele Massimo Casula oggi? 

Michele Massimo è un uomo fortunato perché ha capito che la vita è un viaggio da prendere con la giusta leggerezza. I pesi sono solo dei bagagli che a volte è meglio lasciare nell’armadio. Tanto nessuno ti ruberà mai una valigia così pesante.

  • Chi è, invece, il Regista delle Emozioni?

Il Regista delle Emozioni è il danzatore, coreografo, regista della mia vita. Colui a cui devo dire grazie per aver saputo unire i punti tra mente anima e corpo.

 

  • A chi consiglieresto la lettura del tuo libro?

L’argomento è difficile, ma lo stile è semplice. Mi piace l’ironia e, la scrittura, a mio avviso, dev’essere a servizio di tutti. Quindi al di là che uno voglia perdonare o meno, nel libro può trovare spunti per ritrovare forza e coraggio, per rialzarsi e continuare a vivere.

  • Il perdono richiede coraggio e saggezza, “non cambia il passato, ma amplia il futuro” (Paul Bausa). Cosa c’è nel tuo futuro?

Ha proprio ragione Paul Bausa! Perdonare non cambia il passato, ma ti permette di vivere in modo diverso. Per me non esiste il futuro, ma sono consapevole che dipende tutto da ciò che sto vivendo qui e ora. Oggi sono un uomo impegnato e mi sento utile. Quindi penso che quel futuro di cui parli mi piacerà parecchio.

 

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