Recensione Devil May cry – L’angolo del Nerd e dell’Otaku


In ritardo ma ecco la recensione definitiva della serie Devil May Cry uscita su Netflix il 3 Aprile.

Dopo aver rubato una spada magica custodita in una teca sigillata in Vaticano, un essere misterioso dalla testa di coniglio distrugge l’intera cattedrale di San Pietro. L’organizzazione anti demoni DARKCOM, guidata dal fanatico vicepresidente deglo Stati Uniti William Baines cerca di fermarlo.

Nel frattempo il Cacciatore di Denomini mercenario Dante si ritrova braccato sia dal Bianconiglio che dalla DARKCOM specialmente dal sergente Mary Arkham. Scoprirà non solo di essere un mezzo demone figlio del leggendario Cavaliere Sparda, ma anche che è la chiave per aprire le porte del mondo dei Demoni.

Videogioco? Si ma non solo

Qual è la cosa più pericolosa di un adattamento da un videogioco? Cercare di trasporre ad ogni costo le tematiche del videogioco stesso ignorando la differenza di media (Word of Warcraft), o stravolgere talmente tanto il prodotto da renderlo un’altra cosa (la serie di Resident Evil).

E non è un caso che, nonostante alcuni successi al botteghino (per l’appunto Resident evil), le uniche due opere di successo duraturo tratte da un videogioco siano Mortal Kombat del 1995 o la splendida serie TV The Last of Us (sarebbe da menzionare anche Halo, al momento ferma per motivi di diritti).

Inoltre Devil May cry presenta un grosso problema: la narrativa. La serie ideata da Hideki Kamiya è diventata famosa per aver rivoluzionato il mondo dei giochi action, ma non per narrativa. Anzi la storia è sempre stata il punto debole della serie, soprattutto per ii primi due capitoli.

Eppure il produttore di origini indiane Adi Shankar è riuscito in un’impresa. Creare un adattamento Netflix che contemporaneamente farà felici i fan della serie ma anche chi non conosce la serie.

Una recensione in ritardo? Doveroso

Era necessario, oltre che vedere tutti gli episodi anche rifletterrci sopra per scrivere una recensione pulita.

La serie accontenta i fan inserendo riferimenti più o meno espliciti sia dalla serie originale di Kamiya (la Cacciatrice di demoni Lucia, Demoni famosi come Mundus, agni e Rudra, Nelo Angelo) ma anche ad altri personaggi (uno dei cacciatori di demoni catturati è John Constantine) o serie di videogiochi Capcom.

Infatti, nel terzo epsiodio Dante si lamenta con il suo mediatore si come gli abbia procurato un pessimo lavoro. Quest’ultimo gli ricorda del “lavoro di Racoon City”. Qui il riferimento è sottile in quanto, originariamente, Dante doveva essere il protagonista di Resident Evil 4, prima di diventare tutt’altro.

Ma a parte tutto questo com’è la serie Devil May cry? Semplicemente stupenda. Gli episodi sono tutti ben scritti e con un ritmo diverso che cambia costantemente (da lacrime ed applausi il sesto episodio) con una tecnica di disegno bellissima, molto simile a quella della serie Castlevania.

Sceneggiatura e personaggi

La scrittura è ottima in quanto la mancanza di conoscenza della serie non è un problema. Anzi essendo, di fatto, un reboot, uno spettatore “vergine” seguirà la storia con molto interesse. Infatti molti personaggi iconici della serie (Mary Arkham) cambiano completamente o sono inventati da zero, come il Bianconiglio.

Quest’ultimo è semplicemente perfetto e mette in evidenza un aspetto della serie del tutto inaspettato: il confronto col nemico è la diversità. Per la prima volta la serie mette in mostra il mondo demoniaco (Maica), un mondo dall’aria tossica dove i demoni minori sono preda dei più forti. Ma sono cacciati anche dagli uomini che li odiano istintivamente.

E forse la follia di Willaim Baines, convinto di essere un araldo divino sceso in Terra, è più che n sottile riferimento alla situazione politica degli USA.

Non farei una buona recensione se non citassi anche l’ottimo personaggio del Bianconiglio (perfettamente doppiato in Italiano da Massimo Lodolo) inventato per la serie ma assolutamente perfetto, con il suo mix di cattiveria, follia, senso di giustizia e vendetta.

Recensione Devil May cry
Recensione Devil May cry

Conclusioni

Una serie molto bella, ben scritta, ben disegnata, ben musicata con un finale aperto che lascia strada alla già confermata seconda stagione. Sperando che la qualità rimanga la stessa

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