Bolsonaro: “I vaccini covid provocano l’AIDS”, e Facebook lo oscura

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Facebook ha rimosso dalla sua piattaforma un video che mostrava il Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, intento a collegare i vaccini contro il COVID-19 all’insorgenza dell’AIDS.

Appena pochi giorni fa Bolsonaro ha infatti pubblicato un video in cui afferma, in presenza di una folla di suoi sostenitori, che molti studi in campo sanitario provenienti dal Regno Unito avrebbero fatto balenare la possibilità che “le persone vaccinate stiano sviluppando la sindrome da immunodeficienza acquisita“, secondo il Washington Post.

Alcuni funzionari sanitari del Regno Unito, tuttavia, interrogati su tale questione, hanno immediatamente respinto queste affermazioni, dichiarando alla popolare emittente brasiliana G1, che le dichiarazioni rilasciate da Bolsonaro sono semplicemente prive di ogni fondamento scientifico, e dunque false, negando inoltre l’esistenza degli “studi” citati da quest’ultimo. A riguardo è intervenuto anche il Comitato Congiunto delle Nazioni Unite su HIV e AIDS, un portavoce del quale ha dichiarato che i vaccini coronavirus autorizzati dalle autorità sanitarie sono assolutamente sicuri per gli individui che hanno l’HIV, e non sono assolutamente in grado di scatenare la sindrome da immunodeficienza, come riportato anche da Reuters.

Facebook, che ha ormai da tempo abbandonato ogni ritrosia nell’intervenire sui contenuti controversi pubblicati da profili appartenenti a personalità pubbliche, come già avvenuto nel caso di Donald Trump, ha rilasciato una dichiarazione stampa questo lunedì, annunciando che i commenti di Bolsonaro “non sono conformi alla politica aziendale”, che semplicemente vieta la diffusione di affermazioni secondo cui i vaccini COVID-19 sarebbero mortali o gravemente dannosi, e che dunque ha optato per la rimozione del contenuto e per la parziale limitazione dell’account del Presidente.

Le nostre politiche non consentono di affermare, senza alcuna prova a sostegno di tali tesi, per di più, che i vaccini COVID-19 uccidono o danneggiano gravemente le persone“, ha osservato un portavoce del social network al quotidiano statunitense The Hill.

Sebbene il Brasile sia una delle nazioni più colpite dal covid in assoluto, Bolsonaro non si è ancora scostato di un millimetro dalle sue convinzioni iniziali, secondo cui il coronavirus sarebbe una “banale influenza”. Il Presidente brasiliano si è infatti lungamente opposto alla somministrazione dei vaccini, e all’inizio di questo mese ha dichiarato di essere “profondamente annoiato” dalle domande sul crescente numero di morti per COVID-19 nel paese.

Il Presidente è stato anche ripetutamente accusato di diffondere disinformazione riguardo al COVID-19, con alcuni medici brasiliani che lo incolpano di aver dato spazio a terapie di dubbio valore scientifico e a pericolose minimizzazioni della portata della pandemia.

Bolsonaro potrebbe in futuro anche affrontare ben undici capi d’imputazione innanzi alla giustizia brasiliana, dato che il Senato ha recentemente dato inizio ad un’indagine sulle sue azioni e sulle sue strategie di lotta alla pandemia: Renan Calheiros, il senatore che ha supervisionato l’indagine, ha affermato, durante un’intervista radiofonica all’inizio di questo mese, che la commissione d’inchiesta è “determinata a formulare accuse di genocidio contro la popolazione indigena del Brasile, malaffare, uso irregolare di fondi pubblici, violazione delle misure sanitarie, incitamento al crimine e falsificazione di documenti privati“.

Bolsonaro ha anche pubblicato un controverso video sul suo canale YouTube, nel mese di luglio, in cui consigliava l’assunzione di idrossiclorochina e ivermectina, un farmaco utilizzato per curare i cavalli, per il trattamento del COVID-19, ma il video a quanto pare sarebbe stato rimosso da Google -Alphabet.

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